Indetto dai sindacati della televisione di stato uno sciopero generale e una manifestazione nella capitale, l'11 giugno contro il taglio di 150 milioni di euro. Un taglio alla Rai che secondo i sindacati non colpisce gli sprechi bensì i posti di lavoro dei dipendenti Rai con tanto di smantellamento delle sedi regionali.
Nessun dietro front da parte del governo
La svendita di RaiWay alla vigilia del 2016 significherebbe loschi ritorni al passato e per i sindacati significherebbe 'far morire la Rai compromettendo la trasmissione del servizio pubblico'.
Il governo, nonostante ciò, non intente fare passi indietro affermando invece, tramite il vice ministro dell'Economia Morando, che il taglio incluso nel decreto Irpef resta. L'unica possibilità sarebbe escludere la televisione pubblica dall'articolo che taglia le partecipate.
Ddl Irpef: il tetto massimo di 240mila euro per i dirigenti
All'interno del decreto Irpef veniva sancito il tetto massimo di reddito annuo per i dirigenti di aziende della pubblica amministrazione. Anche la Rai poco tempo fa ha annunciato che sarà presto applicata la retribuzione annua, massima, di 240mila euro per i dirigenti.
All'interno dell'azienda si è, però, presentato il problema di quei dirigenti che vedono il proprio rapporto lavorativo con la Rai regolato da un contratto come esterni all'azienda.
Gubitosi: "Nessuna svendita di RaiWay"
Il direttore della televisione pubblica, Luigi Gubitosi, ha annunciato che non ci saranno svendite per RaiWay e che la Rai potrà prendere provvedimenti in merito entro la fine di quest'anno. A RaiWay è, però, già stato dato un prezzo di circa 400 milioni ma Gubitosi assicura che il valore non sarà mai di questa esigua cifra anche perché RaiWay rimarrà sempre sotto il controllo della rete nazionale.