Ieri si parlava di tregua umanitaria, della possibilità di mettere delle basi per una futura pace, invece, nel giro di poche, troppe poche ore, il conflitto è scoppiato nuovamente in tutto il suo orrore. Ieri sera, poche ore dopo la fine della tregua umanitaria richiesta dall'ONU, migliaia di soldati israeliani hanno attaccato via terra la striscia di Gaza, con l'obiettivo di distruggere i tunnel utilizzati da Hamas per raggiungere il territorio ebraico.

Un'operazione rapida, crudele, che ha già portato alla morte di 11 persone, tra cui un neonato di soli 5 mesi.

Peter Lerner, tenente colonnello delle forze israeliane, ha dichiarato che il loro obiettivo verrà raggiunto grazie all'utilizzo di fanteria, corpi corazzati, genieri e intelligence, con l'ausilio dell'aeronautica e della marina. Scopo è non permettere più ad Hamas di utilizzare i tunnel per invadere Israele e per lo stoccaggio di armi.

Naturalmente, la risposta da parte di Hamas non ha tardato a farsi sentire. Khaled Mechaal, leader di Hamas in esilio, da Doha ha dichiarato che l'offensiva israeliana è stata folle e porterà a delle conseguenze terribili.

Prosegue dicendo che gli israeliani, che avevano già tentato via mare e cielo, non riusciranno neanche stavolta ad infliggere un duro colpo ad Hamas.

Insomma, sangue chiama sangue, queste sembrerebbero le gravi conseguenze che potrà portare questo attacco. Nel frattempo, fonti palestinesi affermano che nel zona all'estremo nord, dove vivono circa centomila persone, non ci sia alcuna via di fuga, e i civili sono costretti a rimanere chiusi nelle loro case, stando ben lontani da porte e finestre. Chi può si rifugia nei seminterrati, nell'attesa che questo ennesimo abominio abbia fine.

E mentre Barack Obama, presidente degli Stati Uniti d'America, accusa Israele di non fare nulla per impedire la morte (estremamente inutile) di civili, le vittime palestinesi salgono. Secondo le loro fonti, sono arrivate a 252, mentre i feriti ormai non si contano più, avendo quasi toccato i duemila.