Lo ha ucciso mentre dormiva, strangolandolo con le sue mani. Massimo Maravalle, 47enne residente a Pescara, una volta arrestato dalla polizia ha confessato il terribile omicidio, affermando di essere stato colto da un raptus improvviso e incontrollabile. Il bimbo, di appena cinque anni, era già morto quando la madre ha chiamato i soccorsi. La terribile vicenda si è svolta nella notte del 18 luglio: la moglie dell'assassino si è accorta che il marito era sveglio, si è alzata dal letto e l'ha trovato che vagava per casa senza meta.

Ha chiesto al coniuge se avesse qualche problema, ma lui ha risposto in maniera vaga che stava bene. Insospettita dallo strano atteggiamento di Maravalle, la moglie è andata nella cameretta del figlio, e quando si è avvicinata per controllare se stesse dormendo, si è drammaticamente accorta che il bambino non respirava e subito è corsa a chiamare il 118 per i soccorsi. Questi ultimi, una volta giunti sul luogo, hanno constatato che ormai non c'era più nulla da fare e hanno dichiarato il decesso del piccolo. Tuttavia, avendo notato segni di ecchimosi sul collo della vittima e lo strano comportamento del padre, freddo e distaccato, hanno deciso di chiamare la polizia.

Quando gli uomini delle forze dell'ordine sono arrivati in casa Maravalle, hanno subito notato il comportamento anomalo dell'uomo, il quale con aria di sufficienza ha detto che il bambino non stava bene, quando in realtà era già morto. Smascherato dai poliziotti, il 47enne è stato immediatamente arrestato e, dopo un lungo interrogatorio ha deciso di confessare il terribile delitto. Stando alla sua versione, l'uomo avrebbe ucciso il figlio adottivo in preda a un raptus.

La polizia ha anche scoperto che qualche notte prima dell'omicidio era avvenuto un altro episodio strano in famiglia. Mentre stava dormendo insieme alla moglie e al bimbo, Maravalle all'improvviso si è svegliato scuotendo con forza il piccolo perché, secondo lui, si stava sentendo male. La moglie lo ha calmato dicendo che il piccolo stava bene e l'episodio è terminato lì. Il 47enne soffre di una forma di psicosi ed era seguito da specialisti. Tuttavia, negli ultimi giorni aveva deciso di rinunciare alle cure che gli erano state prescritte.

La piccola vittima, di appena cinque anni, era arrivata nel maggio del 2012 a Pescara, in affido alla famiglia Maravalle, e dopo era stata adottato dalla coppia.