L'uccisione dell'inglese David Haines, barbaramente assassinato dal solito tagliagole dell'Isis, ha fatto evidenziare quanto successe tempo fa, nel momento in cui il britannico lavorava per la sicurezza dell'italo-svizzero Federico Motka, rapiti insieme il 12 marzo 2013 mentre lavoravano al campo profughi di Atmeh in Siria. Le loro strade si sono poi divise, grazie all'intervento dei rispettivi governi.

Quello inglese sulla strada del non trattare con i rapitori ha purtroppo portato all'esito spregevole della eliminazione barbara di Haines. Quello italiano che inizialmente si trovava sulla stessa strada, ha poi deviato rotta trattando con i prigionieri e riempiendo gli aguzzini di denaro. 6 milioni di euro pare sia stato la cifra pagata per il riscatto. Niente di ufficiale, mentre lo Stato italiano affermava il contrario, intratteneva uno stretto giro di scambi attraverso uomini della intelligence probabilmente tramite le vie turche. E lo scorso maggio, il cooperante italiano è stato liberato, mentre dell'inglese che purtroppo ha avuto la malasorte di nascere oltremanica, sappiamo come è andata a finire.

Quando un italiano viene rapito all'estero, abbiamo l'Unità di crisi della Farnesina che si mette in contatto con l'ambasciata del paese in cui è avvenuto il rapimento. Quindi l'ufficio che una volta era il Sismi, ovvero l'Agenzia informazioni e sicurezza esterna, si mettono in contatto, per vie traverse, con i rapitori, per capire come sia andato il sequestro e trattare le richieste di riscatto. In questo caso sembra che i soldi siano stati dati al servizio segreto turco che hanno poi provveduto a consegnare i soldi contanti all'organizzazione rea dell'azione che ha tolto la libertà ai due cooperanti in Siria. Uguale a ciò che accadde per il rilascio di Domenico Quirico. Esiste un fondo cassa, un budget per queste operazioni, stanziato dal governo e dai servizi segreti, ovviamente coperto dal segreto di Stato, che è rappresentato da soldi che provengono dalla Banca d'Italia, passano per conti riservati fino alla consegna agli intermediari.

In bilancio, questi milioni di euro servono per essere utilizzati per la sicurezza dei cittadini italiani all'estero, per cui è tutto lecito. Tranne per il fatto che purtroppo non si va ad arricchire la malavita organizzata, ma quell'organizzazione che si sta combattendo in tutti i modi. I 6 milioni si trasformeranno in armi vendute magari dagli stessi governi, e tramite i soliti giri, aumentare il fardello di morti civili in tutto il mondo per mano di fazioni militari e paramilitari.In questo caso siamo di fronte ad un messaggio chiaro che raggiunge le milizie jihadiste dell'Isis: rapite gli italiani, sono denaro contante! Se invece volete fare propaganda prendete in ostaggio ed uccidete vigliaccamente americani ed inglesi: i loro governi non pagheranno mai.

Purtroppo i cooperanti che vanno nei paesi in guerra, cercando di fare del bene, diventano merce di scambio che fanno peggiorare le condizioni di quei paesi ed arricchire chi vive del dolore altrui. E questo va a scapito di tutte le forze in gioco.