Le amputazioni, le decapitazioni, le uccisioni di massa, le violenze sessuali. Non si fermano l'orrore e la depravazione dell'Isis che trova come ragione di tali misfatti l'interpretazione teologica fondamentalista secondo la Sharia, la legge islamica. In questa visiona malata e fanatica della religione sono stati dichiarati peccatori ed eretici anche degli innocenti bambini che guardavano una partita di calcio fra Iraq e Giordania nell'ambito della Coppa d'Asia.
Colpevoli a dodici anni di avere avuto un momento di svago e di spensieratezza, colpevoli di amare il gioco del calcio. Per loro nessuna pietà, i guerriglieri dell'Isis li hanno catturati (tredici in tutto) ed uccisi a Mosul in Iraq, con pubbliche esecuzioni. Li hanno ammazzati senza alcuna pietà perché nelle folli regole del fondamentalismo islamico, l'aver guardato una partita avrebbe violato le leggi della Sharia. I loro corpi sono stati lasciati in mostra sul luogo dell'esecuzione, i parenti delle vittime non hanno avuto il coraggio di prenderli per paura di ripercussioni da parte dei terroristi.
L'infame tragedia è avvenuta il 12 gennaio scorso, ma si è saputo solo oggi, una follia che oramai non ha argini, che viola anche la sacralità della vita, in nome di una religione distorta che con la parole del grande profeta Maometto e con la saggezza del Corano non ha assolutamente a che fare. Tutta questa malvagità gratuita mascherata ignobilmente dalla "fede religiosa" è tutto un gioco di potere, la parola di Dio, Allah, demonizzato in una divinità della guerra, così come il terrore della violenza e della morte, tutto ciò viene usato per il controllo delle menti. La paura viene utilizzata per terrorizzare anche i nemici in occidente; così torna il tagliagole vestito di nero e tornano a riecheggiare le minacce nei confronti degli ostaggi tenuti prigionieri dallo stato islamico.
Questa volta è toccato a due cittadini giapponesi, un giornalista ed un dipendente di una ditta di sicurezza, ora i due poveri malcapitati hanno le ore contate. I terroristi hanno infatti minacciato il governo di Tokyo, affinché paghi duecento milioni di dollari entro settantadue ore, altrimenti i prigionieri saranno decapitati.