Gli estremisti nigeriani di Boko Haram, che di recente hanno giurato fedeltà all'Isis, hanno commesso l'ennesima atrocità. Nel mese di settembre avevano occupato Bama - seconda città dello stato del Borno - e una decina di giorni prima, quando già sapevano che l'esercito avrebbe attaccato per liberare la città, hanno iniziato il massacro: decine di donne trucidate e poi gettate nei pozzi.

Poi si sono messi in fuga verso Gwoza. Si tratta delle loro spose-schiave, costrette a diventare tali dopo che i jihadisti hanno ucciso i loro mariti prendendone il posto. Per evitare che le loro 'mogli' (forzate) venissero 'sporcate' dagli infedeli, le hanno uccise barbaramente preservandone la purezza "fino al giorno in cui si sarebbero incontrati di nuovo in paradiso". Questa sarebbe la motivazione di una strage che, però, non riguarda soltanto le loro spose-schiave.

Da anni gli estremisti seminano terrore e morte lasciandosi dietro il segno delle loro atroci gesta. Le uccisioni delle donne sono emerse quando i militari dell'esercito che ha liberato Bama hanno rinvenuto i corpi delle donne nei pozzi e in riva al fiume Bama, tra decine di altri corpi in fase di decomposizione tra cui anche molti uomini. Pozzi che si sono trasformati in fosse comuni e che raccolgono in modo sinistro le vittime delle stragi.

Secondo quanto raccontano i testimoni sopravvissuti alla carneficina, le donne sono costrette a sposare jihadisti dopo che i terroristi hanno ucciso i loro mariti. Tra questi testimoni una donna, madre di tre bambini, che è stata 'rifiutata' come sposa-schiava perché incinta. Tra i corpi martoriati nei pozzi e nei dintorni sono stati ritrovati anche molti cadaveri di uomini mutilati e decomposti, che forse hanno opposto resistenza oppure ostaggi di cui i terroristi si sono sbarazzati perché ritenuti un peso inutile. Alcuni dei miliziani di Boko Haram si sarebbero rifiutati di uccidere la loro sposa-schiava e, per evitare il peggio, sono fuggiti nello stato di Yobe.

Nel frattempo, il presidente nigeriano Goodluck Jonathan intervistato dalla Bbc ha dichiarato che spera di riconquistare i territori finiti nelle mani di Boko Haram e che tutto si concluda nell'arco di un mese.

Se è vero che i terroristi diventano ogni giorno più deboli, è vero anche che l'esercito ha tardato nel reagire all'avanzata dei ribelli a nordest del Paese. Questo ha spiegato Jonathan, in sostanza. Dopo la guerra civile hanno smesso di fabbricare armi e così hanno dovuto chiedere supporto per armare nuovamente esercito e aviazione, trovando alleanza con i vicini Ciad, Niger e Camerun - ha spiegato il presidente. L'esercito finora ha riconquistato 11 distretti e 38 delle città attaccate dal gruppo Boko Haram ma lo scontro continua e proprio ieri i terroristi hanno lasciato il segno anche nel villaggio di Gamburu-Ngala, vicino al confine camerunense, dove sono state uccise 11 persone.