Il 27 febbraio scorso Stop Stalking ha spedito con raccomandata AR una lettera al questore di Torino per richiedere espressamente l’integrazione del primo sistema di allarme vocale a difesa delle donne vittime di stalking e violenza all’App YouPol. Insieme, questi due strumenti possono assicurare tempismo, maggior coinvolgimento sociale ed istituzionale, maggior efficacia nella lotta contro lo stalking e la violenza sulle donne.
Dopo Milano, Roma e Catania, l’8 febbraio scorso anche Torino è entrata nella fase della denuncia digitale permettendo a tutti di reagire ai casi di bullismo e spaccio di droga attraverso segnalazioni (anche anonime).
La Questura di Torino ha adottato la nuova App YouPol gestita dalla Polizia che, a partire da agosto 2018, sarà disponibile in tutte le città italiane. È stata sviluppata per difendere gli adolescenti dal bullismo e per combattere lo spaccio di droga in tempo reale.
Stop Stalking sottolinea: anche lo stalker è un bullo
Il punto è che una donna terrorizzata da uno stalker si trova nella stessa condizione d’impotenza e fragilità di un adolescente: a pensarci bene, anche lo stalker è un ‘bullo’, potremmo in questo caso parlare di ‘bullismo maschile’. L’App YouPol può fare molto di più, se estesa ad altri crimini, primo fra tutti il fenomeno in crescita dello stalking, la violenza sulle donne, il femminicidio.
Potrebbe rendere la missione di Stop Stalking ancora più efficace, proteggere le donne e salvarle dal peggio (insieme ad eventuali figli coinvolti) con maggiore forza ed immediatezza.
L’applicazione consente di mettersi in contatto direttamente con la Polizia, di geolocalizzare in tempo reale il dispositivo della vittima che chiede aiuto o di chi segnala un fatto: permette di inviare testi, immagini, link, video, siti web, indirizzi del luogo dove si verifica l’evento.
L’App può essere usata o tramite registrazione o in forma anonima da chiunque voglia segnalare un evento di pericolo ed emergenza per far scattare, dopo la segnalazione, un meccanismo repressivo o preventivo.
Lo stalker va accerchiato: oggi, abbiamo la tecnologia per farlo
Ecco perché Stop Stalking ha appena inviato una lettera al questore di Torino Francesco Messina: per chiedere ufficialmente d’integrare l’App YouPol al primo (ed unico) sistema di allarme vocale in Italia che usa la voce della vittima come arma di difesa contro stalker ed aggressori.
La start up è stata sviluppata da un’azienda specializzata in sistemi di sicurezza di Grugliasco, attiva nel campo da oltre 20 anni. Come funziona questo sistema di allarme? È installabile presso la propria abitazione, facile da usare, efficace e tempestivo. Nei momenti di pericolo e di emergenza, permette alla vittima di lanciare un allarme vocale per la richiesta di aiuto in tempo reale alle forze dell’ordine, parenti o amici.
Riconosce il tono vocale della vittima aggredita, perseguitata e reagisce ad alcune frasi memorizzate in anticipo. Una volta pronunciata la frase ‘magica’, questa farà scattare l’allarme in tempo reale per la richiesta d’intervento e soccorsi immediati. Secondo gli ultimi dati ISTAT, in Italia, sono state 3.466.000 le donne che hanno subito, almeno una volta nella vita, atti persecutori: nel 2014, il 78% delle vittime di stalking non si è rivolto a nessuna istituzione, non ha chiesto aiuto ai centri anti stalking o antiviolenza, solo l’1,5% si è rivolto alle forze dell’ordine, il 4,5% è ricorso all’aiuto di un avvocato.