Il Giornale di Vicenza riporta una notizia che di nuovo ha ad oggetto la diffusione di materiale a luci rosse privato in rete. Questa volta però, i complici mezzi di diffusione non sono i social network, ma una semplice email, in ragione anche del fatto che il mittente voleva in un qualche modo celare la propria identità concretizzando la sua azione in un gesto preciso e caustico teso a rovinare la reputazione di una giovane ragazza e delle rispettive famiglie.Tutto è accaduto quando qualcuno ha deciso di inviare i filmati alla famiglia della ragazza, e non lo ha fatto in modo sprovveduto: ha creato un indirizzo di posta elettronica in maniera tale da eludere l'individuazione del mittente.
Inoltre è quasi sicuramente certo che l'email sia stata trasmessa da un’internet point a riprova della volontà di nascondersi del diffusore dei clip hard.
Il video inviato alla famiglia
L’email in questione (nel dettaglio conteneva filmati che ritraevano la ragazza 25enne intenta in rapporti intimi in due diverse occasioni) è stata trasmessa a gran parte della famiglia; in pratica a tutti quei parenti per i quali la ragazza era una nuora, una moglie e soprattutto una figlia. Suo marito ha visto quei video, così come i suoi suoceri. Il padre addirittura ha dovuto sopportare di vedere la propria figlia in quei videoclip, intenta a fare l'amore prima con un uomo e poi con due.
Lo stesso padre della ragazza ha poi deciso di sporgere denuncia dando il via alla ricerca dei responsabili.
La ragazza protagonista dei videoclip a luci rosse si è difesa, sostenendo che sono cose che appartengono ad esperienze passate, molto lontane nel tempo, e forse per evitare di compromettersi ulteriormente non ha voluto fornire spiegazioni e dettagli circa il materiale inviato; gli inquirenti che stanno indagando probabilmente la risentiranno a breve.
Una riflessione
Questa vicenda ci fa riflettere su come in un mondo che prende una direzione social, incline alla massima condivisione e all’esibizionismo che impone di catturare ogni istante della vita che scorra, la privacy della collettività intera viene posta in discussione, specie quando individui senza scrupoli decidono di appropriarsi dell’'intimità altrui forse senza rendersi conto delle conseguenze giuridiche ed etiche di una condotta cosi riprovevole.