Ancora una strage da parte dell'Isis a Mosul. I jihadisti hanno ucciso 300 persone nella città che rappresenta la loro roccaforte. Secondo le notizie di alcune agenzie locali le vittime erano attivisti ed ex-membri delle forze di sicurezza. In particolare 'IraqiNews' riferisce che le vittime sarebbero poliziotti, militari ed esponenti della società civile, ma anche intere famiglie. La carneficina è avvenuta nei giorni scorsi, come confermato dal portavoce dell'esercito iracheno a Niniveh, Mahmoud Souraji, che racconta: 'Le esecuzioni si sono svolte in posti diversi della città, alcune avvenute all'interno dei centri di detenzione'.

Secondo Souraji, le vittime sono state colpite con armi da fuoco dopo essere state torturate e i loro corpi gettati in fosse comuni. Tra i civili ammazzati sono state uccise famiglie intere comprese le donne e i bambini. La città di Mosul da molto tempo è in mano allo Stato islamico. Il ministero della Difesa iracheno aveva diffuso oggi la notizia riguardo l’intenzione di dispiegare 4500 soldati, principalmente di etnia curda, in una base vicina la città per contrastare l’offensiva jihadista e riprendere il controllo della zona al nord dell’Iraq, conquistata dallo Stato Islamico nel 2014, sconfiggendo l'esercito nazionale e mettendo in imbarazzo tutto il governo iracheno.

Condannare gli infedeli

Negli ultimi tempi i fondamentalisti islamici hanno iniziato a perdere alcuni terreni, fortemente osteggiati anche dalla popolazione locale. Alcune persone sono riuscite a parlare con l’agenzia spagnola Efe riferendo che colui che era a capo dei massacratori si chiama Mahmoud Salam. Ha accusato le vittime di essere degli infedeli e le ha condannate a morte tramite un tribunale islamico che fa rispettare la Sharia, istituito proprio dall’organizzazione integralista. Le informazioni di Souraji, provenienti da fonti a Mosul collegate all’Isis, non possono essere verificate da indipendenti e hanno messo in evidenza il fatto che le esecuzioni sono state effettuate da veri e propri squadroni della morte

Intanto l’Isis lancia una controffensiva a Ramadi, dove alcuni attentati esplosivi hanno colpito tre basi dell’esercito e una violenta sparatoria è costata la vita a circa 23 soldati. Invece a Fallujah un attentatore suicida si è fatto esplodere uccidendo 14 persone.