Se c'è un "cessate il fuoco", a Damasco e dintorni nessuno si è accorto. Alla tregua avevano aderito almeno un centinaio di gruppi ribelli oltre al governo siriano. I razzi di presunte forze che si oppongono al regime, lanciati contro un quartiere residenziale della capitale (accadimento reso noto dalla TV di Stato) autorizzano le truppe di Assad a gridare "tregua violata" ed a rispondere al fuoco.

Nel contempo l'esercito turco ha proseguito a colpire le milizie curde dell'Ygp che a loro volta sono state assaltate anche da miliziani dell'Isis. L'attacco jihadista ha autorizzato la coalizione guidata dagli Stati Uniti ad intervenire. Sempre lo Stato Islamico, che naturalmente non è compreso nella tregua, ha rivendicato un attentato commesso con l'ausilio di un'autobomba che ha ucciso due persone a Salamiya, nel centro del Paese. 

La Russia ha sospeso le operazioni militari

Da parte russa c'è finora il rispetto degli accordi, l'aviazione di Putin ha smesso di bombardare le postazioni dei ribelli e la tregua viene rispettata anche dagli Stati Uniti che sono intervenuti soltanto nel caso dell'attacco delle milizie islamiste le quali, come già detto, non sono comprese nel "cessate il fuoco".

La guerra contro il Califfato prosegue e l'esercito di Assad è in marcia per liberare i territori occupati. L'inviato delle Nazioni Unite, Staffan De Mistura, ha annunciato che se la tregua regge i negoziati di pace potranno proseguire il 7 marzo. Almeno lui si è accorto che c'è una tregua.