È stato ufficialmente dichiarato lo stato di massima allerta in tutte le capitali europee, da Parigi a Roma, a seguito dei terribili attentati occorsi nella mattinata odierna a Bruxelles che hanno provocato la morte di decine di persone e numerosi feriti. In Belgio sono state rafforzate immediatamente tutte le misure di sicurezza negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e in quelle dei mezzi di trasporto pubblico; il governo ha predisposto la chiusura della frontiere con la Francia con il dispiego di forze militari armate e con il blocco del transito dei treni Thalys.
Nel resto dell'Europa
Il Presidente francese Hollande ha convocato una riunione di crisi all’Eliseo mentre in Italia alle ore 15 di oggi si riunirà il Comitato Nazionale sicurezza al Viminale presieduto da Matteo Renzi. L’Italia, seguendo l’esempio di tutti i paesi europei coinvolti dalla minaccia terroristica, ha rafforzato la vigilanza nelle ambasciate del Belgio presenti su suolo italiano, negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie mentre la Questura di Roma ha disposto controlli massicci su metropolitane e luoghi di grande afflusso.
Con l’avvicinarsi dell’evento pasquale, la Santa Sede si è limitata a mantenere lo standard dei protocolli di sicurezza esistenti, già altissimi, con l’utilizzo di metal detector agli ingressi di Piazza San Pietro, con una continua sorveglianza lungo i percorsi obbligati dei fedeli e con la presenza massiccia di uomini della Gendarmeria all’interno della Basilica vaticana.
Rafforzati i controlli e le misure di sicurezza anche in Inghilterra dove una immediata disposizione ha bloccato il traffico degli Eurostar tra Londra e Bruxelles. In Germania il livello di guardia è altissimo, soprattutto lungo le frontiere con Belgio, Francia, Olanda, Lussemburgo e nei principali aeroporti e stazioni ferroviarie; i treni di collegamento con Bruxelles sono stati sospesi.
Questa è un’Europa che si chiude, che alza le frontiere, blocca i trasporti, serra le fila, in un crescente clima di terrore che fa sentire tutti più vulnerabili, come se da Charlie Hebdo in poi qualcosa fosse andato dimenticato. “Siamo in guerra” - avrebbe dichiarato il premier francese Valls, un’autentica doccia fredda che scuote anche chi non ha assistito direttamente agli attentati odierni. “Con gli attacchi di Bruxelles è stata colpita tutta l’Europa” - queste le parole di Hollande, che sottolineano uno stato di massima allerta che chiude in un attimo quelle frontiere per cui l’Europa si vantava fino a qualche anno fa.