Un candidato alla nomination democratica statunitense che si dichiara socialista invitato ad un convegno sui 25 anni dell’enciclica “Centesimus Annus” di Papa Giovanni Paolo II, organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali in Vaticano: questa è una notizia. Se Bernie Sanders , figlio di una famiglia ebraica scampata all'Olocausto in Polonia, interrompe la sua campagna elettorale a pochi giorni dalle primarie a New York che lo vedono testa a testa con Hillary Clinton, la notizia ha un significato di certo.
Il convegno in Vaticano
Il senatore democratico del Vermont rilascia un’intervista, pubblicata su Repubblica, in cui afferma la sua profonda stima per Papa Francesco e si dichiara felice se potrà incontrarlo in occasione di questo convegno a cui è stato invitato da monsignor Marcelo Sanchez Sorondo. All’assise sul cambiamento delle politiche sociali ed economiche parteciperanno diversi leader della sinistra latino-americana come l’ecuadoregno Correa e il boliviano Morales, oltre a economisti come Jeffrey Sachs e cardinali.
Un grandissimo sostenitore del Pontefice
Nell’intervista Sanders parla del suo intervento, che si intitolerà “L’urgenza di un’economia morale”: questo sarà proprio l’argomento dell’incontro.
Egli parlerà dell’inaccettabilità da un punto di vista morale, ma anche economico e ambientale del fatto che “così poche persone abbiano così tanto e che l’avidità stia dilagando ovunque”, della distribuzione delle risorse globali, delle disuguaglianze nella sanità e dei cambiamenti climatici. Temi che sono stati trattati, secondo il politico americano, spesso in modo simile dal Papa e per questo si dichiara “un grandissimo sostenitore del Pontefice”, anche se ha opinioni diverse dalle sue su alcuni temi, a partire dalla legalizzazione delle coppie omosessuali.
Alla domanda se ritiene di avere l’appoggio della santa sede per la campagna elettorale, onestamente Sanders nega decisamente non volendo coinvolgere il Vaticano: il convegno non è una manifestazione politica.
La campagna elettorale
Oltre ai temi del convegno, nell’intervista il politico americano discute dei temi della sua campagna elettorale.
Si dichiara ottimista di poter colmare il gap con la sua avversaria Clinton alle primarie democratiche, aumentando l’appoggio della comunità afro-americana e, con il sostegno dei giovani che già ha, di poterla battere. Nello scontro finale poi, con il candidato repubblicano che potrebbe essere Donald Trump, guardando i sondaggi ritiene sicuramente di riuscire a batterlo.
Attualmente la Clinton ha totalizzato 1778 delegati e 469 super delegati nelle primarie fin ora sostenute, siamo circa a due terzi degli stati, contro i 1118 e i 31 di Sanders, ma ancora mancano stati importanti come la California e la città di New York. L’uomo nuovo della politica americana comunque anche se non vincerà, sostengono i commentatori, condizionerà le politiche del prossimo presidente se sarà democratico.