Ancora la politica dei bonus per affrontare i problemi economici dell'Italia, e guarda caso prima delle amministrative,che tra breve si svolgeranno in molte città importanti e capoluoghi, tra cui la capitale. L'Ncd espone la ministra della SaluteBeatrice Lorenzin con una proposta di raddoppio del bonus bebè, nonostante il ministro degli Affari Regionali con delega alla Famiglia sia un altro esponente di quel partito Enrico Costa.

Due proposte alternative

Attualmente questo bonus è di 80 euro mensili, per ogni figlio che nascerà tra il 2015 e il 2017a coppie con redditoISEE fino a25milaeuro e di 160 euro,per coppie con reddito ISEE fino a 7mila euro, per tre anni.

Ora vi sono due proposte alternative che potrebbero essere approvate nella prossima finanziaria. La prima meno dispendiosa prevede semplicemente di raddoppiare le cifre portandole a 160 e 320 euro per il primo figlioe aumentandole ulteriormentea 240 e 400 euro per i figli successivi, sempre rispettando gli stessi parametri ISEE attuali. Inoltre sidice divoler allungare la validità fino al 2020. Laseconda proposta, più dispendiosa per le casse dello stato prevederebbedi spostare la soglia ISEE massima per l'accesso al bonus a 30 mila euro e per le coppie al di sotto di 7 mila euro di indicatore ISEEil bonus per i figli successivipasserebbe aben 480 euro mensili.

Una grave situazione

Nell'intervista in cui la Lorenzin parla delle proposte si cita la difficile situazione demografica in cui si trova il nostro paese, con ilcalo continuo delle nascite.Nel 2015secondo i dati ISTAT ci si è fermati a 488mila nuovi nati,ben sotto i 561mila dell'anno prima, con il 20% di nascite da coppie immigratee di questo passo nel 2026 i bambini nati saranno meno di 350mila l'anno, cioèben il40 % in meno del 2010.

I veri nodi da affrontare

Nell'intervista la ministra della salute ammette che per invertire questa tendenza occorrono altri interventi, oltre la politica di bonus che questo governo ha oramai fatto sua. Cita la necessità dipolitiche di sostegno alla maternità, sia in ambito lavorativo per far sì che non sia un ostacolo al lavoro delle donne, sia in tema di servizi con nuovi asili nido che permettano di affrontare economicamente un figlio piccolo e anche dal punto di vista sanitario, affrontando l'infertilità e la tendenza ad avere figli in età più avanzata.

Per ora invece si vedono solo politiche assistenziali fatte di annunci, senza affrontare mai questi nodi che pure sembrano essere a conoscenza dei nostri politici, per lo meno in campagna elettorale.