'Non ti scordar di me' è un ciclo di manifestazioni che da nove anni viene organizzato dall'amministrazione comunale di Erice guidata dal sindaco Giacomo Tranchida, in collaborazione con Libera, per ricordare la signora Barbara Rizzo ed i figli, i gemellini Giuseppe e Salvatore Asta, vittime innocenti del fallito attentato al giudice Carlo Palermo del 2 aprile 1985. Stamani, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, si è tenuto il momento culminante delle commemorazioni con la deposizione di una corona di fiori ai piedi del monumento che ricorda la strage di Pizzolungo.

"Queste cerimonie - ha sottolineato Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo - devono avere un valore che va ben al di là del momento emozionale. Devono servire a spronarci ed a fare sempre la nostra parte per impegnarci ancora di più nella lotta contro tutte le mafie".

Pochi secondi, fatali a Barbara Rizzo ed ai figli

Una fatale frazione di secondo in quel 2 aprile di trentuno anni fa. L'auto guidata da Barbara Rizzo con a bordo i due figli di 6 anni si allarga al centro della strada che attraversa la frazione di Pizzolungo, nello stesso istante la Fiat Argenta sulla quale viaggia il giudice Carlo Palermo si appresta al sorpasso.

Il boato è assordante, restano accartocciate le auto del magistrato e quella della scorta: l'auto di Barbara Rizzo non c'è più e nemmeno quella in sosta. Quest'ultima, imbottita di tritolo, ha fatto a pezzi l'altra vettura. I mandanti di una delle più tremende stragi di mafia commesse in provincia di Trapani furono condannati decenni dopo: ergastolo nel 2002 per il capo dei capi, Totò Riina, e per il capomafia trapanese Vincenzo Virga, stessa pena nel 2004 per Balduccio Di Maggio, boss di San Giuseppe Jato, l'uomo che con le rivelazioni fornite dopo l'arresto a Borgomanero, nel novarese, permise nel 1993 la cattura di Riina. Obiettivo dell'attentato era ovviamente il giudice Palermo che da meno di cinquanta giorni si trovava a Trapani per indagare sui traffici di droga e di armi delle cosche mafiose, in quel periodo guidate dai corleonesi. Un mese dopo la strage di Pizzolungo venne scoperta in contrada Virgini, nel territorio di Alcamo, la più grande raffineria di eroina d'Europa.