Il recente tragico evento avvenuto la mattina di mercoledì 8 giugno presso la tendopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, verosimilmente sembra rievocare i fatti di Soweto.

La lite nella tendopoli è degenerata

Nella tendopoli di San Ferdinando ha perso la vita Traore Sekine, maliano di anni 27 che a dire degli inquirenti ha avuto una banale discussione con altri extracomunitari all’interno della stessa tendopoli.

Alla reazione di Sekine che brandendo un coltello minacciava di colpire chiunque si avvicinasse a lui, sono stati allertati i Carabinieri che giunti sul posto sono stati aggrediti dal maliano a coltellate e uno dei militari ferito, reagendo per legittima difesa ha sparato, uccidendo l’uomo di colore. 

Invasa la Piana di Gioia Tauro

L’area della piana di Gioia Tauro è ormai invasa dagli extracomunitari africani, molti dei quali vivono di espedienti e di elemosina, altri lavorano stagionalmente impegnati nella raccolta dei pomodori e delle arance.  La massiccia presenza di africani nel territorio della Piana, concentrata nei comuni di San Ferdinando, Gioia Tauro e Rosarno, ha creato alle Istituzioni politiche e alle forze dell’ordine un problema di non facile soluzione.

Ieri 9 giugno, tutti gli immigrati della zona si sono fissati appuntamento nella Piazza Generale Nunziante del comune per protestare contro l’uccisione del loro compagno. La protesta iniziata nei confronti degli Amministratori comunali ha avuto in alcuni momenti toni molto accesi. Si è temuto però il peggio quando gli uomini di colore, raggiunta la Caserma della Benemerita, pretendevano la consegna del Carabiniere che per legittima difesa ha sparato al maliano.

Testimonianze shock

Alcuni abitanti del Comune di San Ferdinando hanno dichiarato a Blasting News di aver paura di uscire da casa, perché si trovano spesso a faccia a faccia con gli extracomunitari di colore che chiedono anche sotto minaccia soldi ai passanti; mentre non sono pochi i casi di furto di biciclette e di prodotti alimentari.

Mentre un altro fatto ormai dilagante in tutta la Piana di Gioia Tauro è la prostituzione. All’imbrunire, donne africane iniziano a prostituirsi in mezzo alle campagne e lungo le strade provinciali. Le testimonianze dei cittadini del luogo sono veramente raccapriccianti. Addirittura si dice che in questi giorni dopo il fatto di sangue i Carabinieri hanno avuto l’ordine superiore di non esporsi eccessivamente nella zona e di non reagire a eventuali provocazioni degli extracomunitari.  

Un piano d’intervento da parte del prefetto

Nel pomeriggio di ieri in Prefettura si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato il procuratore capo di Reggio Federico Cafiero De Raho, il questore di Reggio Raffaele Grassi, il procuratore di Palmi Ottavio Sferlazza, i comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di finanza e il neosindaco di Rosarno.

Il Prefetto Sammartino ha fatto il quadro della situazione mettendo in evidenza gli interventi già operativi e quelli che saranno adottati per fare fronte all’emergenza. “Tre - ha dichiarato Sammartino - sono gli obiettivi da raggiungere: Il graduale smantellamento della tendopoli di San Ferdinando e, contemporaneamente, la definizione di politiche d’integrazione e di accoglienza abitativa degli immigrati della Piana di Gioia Tauro e la tutela dei diritti dei lavoratori immigrati”. Tre interventi a favore degli immigrati che, a giudicare dalle reazioni della popolazione locale anche attraverso i Social, non sono piaciuti molto. San Ferdinando e l’intera Piana di Gioia Tauro stanno diventando veramente “zona calda” e potrebbe darsi che in un momento di esasperazione collettiva, possa ripetersi un altro caso Soweto.