Continua a far discutere sul web, e non solo, la vignetta del settimanale transalpino Charlie Hebdo, nell'ultimo numero uscito in edicola il 31 agosto scorso: "Terremoto all'italiana: penne alla salsa di pomodoro, penne gratinate, lasagne” si legge sulla caricatura dei feriti e delle vittime sepolte da strati di "macerie" di pasta. Sul disegno diventato un vero e proprio caso internazionale, finendo sulle prime pagine di tutti i siti on line, si è registrato anche l’intervento dell’Ambasciata francese in Italia, con un comunicato: "Non rappresenta assolutamente la posizione della Francia".
Parole che dicono tutto. Nella stessa nota si legge che le opinioni dei giornalisti "sono libere” e che i francesi sono vicini agli italiani nella "difficile prova", dopo una tragedia definita "immensa". Lo Stato francese “ha proposto il suo aiuto” e la stessa Ambasciata ha annunciato di essere “a disposizione".
Il coro degli indignati
Facilmente intuibile il tenore di gran parte dei commenti in rete sulla vignetta che ha fatto il giro del mondo in poche ore, fra accuse d’insensibilità e mancanza di rispetto per coloro che hanno perso la vita o riportato gravi ferite in una tragica notte, che rimarrà indelebile nella memoria degli abitanti di Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto, i tre centri maggiormente colpiti dal violento sisma.
Massiccio, anche sul fronte politico, da ogni schieramento, il coro degli indignati: in molti si sono sentiti presi in giro, derisi e persino offesi in un momento di grave lutto per centinaia di famiglie, per intere comunità sconvolte dal dolore. Un lutto nazionale, che ha accomunato tutta l’Italia, da Bolzano a Lampedusa. La vignetta in questione, insomma, non ha fatto sorridere né tantomeno ridere nessuno dalle nostre parti e, forse, neppure altrove. Critiche anche da quanti, in passato, si erano associati con passione alle migliaia di "Je suis Charlie" dopo l'attentato terroristico alla sede del giornale, il 7 gennaio dello scorso anno, a Parigi: dodici morti e undici feriti.
‘Umorismo nero’
Alcuni hanno valutato non offensiva la vignetta, classificandola nell'ambito del cosiddetto “umorismo nero”: un particolare sottogenere di satira, tutt'altro che facile, per spingere il lettore a ragionare su temi molto seri. Dibattito aperto anche sulla battuta apparsa sullo stesso periodico: "Ancora non si sa se il sisma abbia gridato Allah akbar prima di tremare". In molti, leggendola, sono rimasti basiti, manifestando con giudizi perentori malumore e disappunto.
‘Prendetevela con la mafia’
Sul sito di Charlie Hebdo è apparsa, poi, un’altra vignetta con la caricatura di un ferito, dietro le vittime fra cumuli di macerie e, sullo sfondo, un soccorritore che alza una pala: "Italiani...
non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia”. La ‘replica’ del periodico francese alla valanga di dure contestazioni di quanti non hanno gradito la vignetta. Chiaro il messaggio: “Prendetevela con la mafia”. Anche su questo argomento non sono mancate le esternazioni i punti di vista, anche diametralmente opposti.