Un recentissimo studio statunitense ha sostenuto che su Twitter la presenza di supporter dell'ISIS è drasticamente diminuita, mentre è fortemente aumentata quella dell'estrema destra, dei neonazisti e dei nazionalisti bianchi.

Lo studio, come riportato da "la Stampa" e da il "Corriere Della Sera", è stato redatto dall'esperto di radicalizzazione J.M. Berger, in passato già coautore del libro sull'autoproclamato Califfato islamista "Isis-The State of Terror".

La crescita del nazionalismo bianco

Secondo l'analisi effettuata da Berger, i nazionalisti bianchi hanno avuto un incremento di seguaci del 600% dal 2012, arrivando a poter contare ben 22mila follower in più.

Nel già citato articolo del "Corriere Della Sera" si fa riferimento all'utilizzo degli hashtag da parte dei nazionalisti bianchi e dell'estrema destra neonazista, dal più "noto" #whitegenocide sino a quelli utilizzati per promuovere la campagna presidenziale di Donald Trump, come #makeamericagreatagain.

Difatti, c'è da segnalare che una buona parte dell'estrema destra statunitense così come dei nazionalisti bianchi sostiene fortemente lo stesso Trump.

Trump che è stato criticato dall'avversaria Hillary Clinton proprio per i suoi presunti legami con la "nuova estrema destra" dell'alt right.

La crescita dell'estrema destra e del nazionalismo bianco e identitario negli USA e in Europa

C'è da dire che l'estrema destra sia in forte crescitanegli USA e in Europa, così come il nazionalismo bianco e i movimenti legati all'identitarismo.

Ciò che sembra accomunare tutti questi movimenti è il rifiuto delle politiche portate avanti dalla sinistra liberal così come dalla destra neocon e la netta opposizione all'immigrazione di massa attuale nonché al multiculturalismo.

C'è da segnalare che una forte ragione dell'espansione del radicalismo di destra si può trovare, oltre che nella crisi economica e finanziaria, anche nel sempre più forte consenso che questo riceve presso ampi strati della popolazione, che si ritengono delusi dalle politiche della sinistra e della destra egemone e da quelli che considerano come gli 'effetti collaterali' dell'attuale globalizzazione.