Il parlamento indonesiano ha approvato la legge che prevede l'applicazione della castrazione chimica nei confronti dei condannati in via definitiva per pedofilia.
Il disegno di legge era stato proposto dal presidente dell'Indonesia Joko Widodo, nello scorso maggio, in reazione ad un episodio di stupro di gruppo avvenuto ai danni di una ragazzina di 14 anni, che poi fu uccisa dallo stesso branco.
Il fatto destò molto scalpore e sdegno. I cittadini indonesiani si aspettavano una risposta forte da parte dello Stato. Ed è arrivata.
Castrazione Chimica per i Pedofili Indonesiani
La legge appena approvata prevede per i pedofili, oltre alla castrazione chimica, anche pene da 10 anni di carcere fino alla pena di morte.
Non è stato facile giungere all'approvazione della legge, che non ha trovato sponda nei partiti di opposizione, i quali hanno votato contro. Le associazioni per i diritti umani hanno manifestato contrarietà, ritenendo la castrazione chimica come una forma di violenza. Ciò premesso, secondo gli attivisti, sarebbe sbagliato fermare la violenza con la violenza. L'associazione dei Medici indonesiani ha invitato i medici ad opporre l'obiezione di coscienza, in quanto in contrasto con i principi etici della professione.
Una eco internazionale
Il fatto sta avendo già un forte riverbero a livello internazionale. In diversi Paesi, infatti, continua ad essere proposto l'utilizzo della castrazione chimica come misura di prevenzione contro i reati di pedofilia o di stupro e la legge indonesiana ha riaperto il dibattito.
Nel nostro Paese è stata più volte proposta dalla Lega Nord ed anche dall'ex leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini.
Tuttavia in molti concordano che occorre essere molto prudenti su temi così delicati. Al momento è praticata da Svezia, Polonia, Corea del Sud, Russia e alcuni Stati americani, mentre in Gran Bretagna è facoltativa.
Cos'è la castrazione chimica?
La castrazione chimica consiste nella somministrazione di farmaci a base di ormoni femminili finalizzati alla riduzione della libido e dell'attività sessuale.
Normalmente non è definitiva e richiede, ai fini della sua efficacia, un'assunzione costante di questi farmaci. Si tratta delle stesse sostanze impiegate nel trattamento preliminare per il cambio di sesso da parte dei transessuali uomini intenzionati a diventare donna. Il farmaco maggiormente utilizzato è il medrossiprogesterone, il quale agisce sulla produzione di testosterone.
In alcuni Paesi è già utilizzata in maniera coercitiva nei confronti di pedofili e stupratori, in altri casi il trattamento è su base volontaria, in cambio di sconti di pena.
I dibattiti sull'efficacia e di natura etica e giuridica
La castrazione chimica continua a dividere, sia sul piano dell'efficacia, che sul piano etico e giuridico.
Al di fuori dei casi di pedofilia, sappiamo che in determinate circostanza, ad alcune persone con gravi disturbi psichici viene applicato il trattamento sanitario obbligatorio (TSO), derogando al principio costituzionale secondo il quale a nessuno può essere imposta una trattamento sanitario. L'eccezione a questo principio è giustificata dalla dalla tutela di principi altrettanto importanti, come quelli quella la tutela della salute e della sicurezza, tanto della persona interessata, tanto delle persone che possano entrarvi in contatto. Sempre che non ci sia un modo diverso, meno invasivo e più rispettoso dei diritti, viene applicato, in extrema ratio, il TSO.
Posto in questi termini ci si può chiedere se sia legittimo imporre la castrazione chimica al fine di tutelare l'integrità psico-fisica delle potenziali vittime, come le donne e i bambini, o se invece esistano dei metodi di prevenzione più efficaci e non lesivi dei diritti umani. Ma prima di affrontare questo aspetto, occorre avere dei dati attendibili circa l'efficacia della castrazione chimica, sulla quale non c'è ancora identità di vedute.