Il ricorso di un extracomunitario clandestino senza permesso di soggiorno, presentato alla Corte di Cassazione, è stato accolto: l'uomo non sarà espulso dall'Italia  perché in possesso di un "contratto di convivenza". Le unioni civili danno il diritto agli immigrati clandestini di rimanere nel nostro paese.

Annullata l'ordinanza di espulsione

Il Tribunale di sorveglianza di Torino aveva confermato l'espulsione di un clandestino dall'Italia, poiché, secondo il giudice, l'uomo era privo di permesso di soggiorno.

Ma la Corte di Cassazione non ha pensato la stessa cosa visto che ne ha annullato l'ordinanza. Il motivo? L'extracomunitario ha fatto ricorso dichiarando di vivere da tempo in Italia e di trovarsi nella condizione di more uxorio, ovvero di convivere con una signora, ovviamente di nazionalità italiana. Il tutto è stato ampiamente documentato ed è stato ritenuto dal giudice un motivo valido per far rimanere l'uomo in Italia.

Principio di diritto

La corte ha dichiarato il "principio di diritto" secondo il quale, "La convivenza di uno straniero con una cittadina italiana riconosciuta con contratto di convivenza disciplinato dalla Legge 20 maggio 2016, numero 76, è ostativa all'espulsione a titolo di misura alternativa alla detenzione".

Il senatore, Roberto Calderoli, ha contestato questa sentenza poichè agevolerebbe la permanenza degli immigrati clandestini. Quella delle unioni civili, secondo Calderoli, sarebbe una scusa per evitare l'espulsione di queste persone dal nostro paese, un meccanismo che forse potrebbe diventare routine tra gli immigrati.

Un contratto sottoscritto di unione civile con un Italiano dello stesso sesso o di sesso diverso basterebbe quindi per non far espellere dall'Italia una persona senza permesso di soggiorno, visto che lo status familiare è riconosciuto dalla legge. Ora il tutto sarà rimandato al Tribunale di Torino che si troverà nella condizione di dover applicare, per questo caso, il principio di diritto, poichè sussiste la condizione di more uxori.