E' da anni ormai che l'Italia non riesce a smettere di tremare. Dopo il Terremoto di Amatrice e Accumuli i più pensavano che ci sarebbe stato qualche anno di tregua, come successe a seguito del sisma dell'Aquila nel 2009. Sfortunatamente non è stato così. Domenica 30 ottobre alle 7:40 di mattina si è verificata, infatti, una fortissima scossa sismica con epicentro a Norcia.
La scossa è stata di magnitudo 6.5 della scala Richter e ha avuto parecchie recidive durante la notte. Questo scenario fa sorgere parecchie domande riguardo alla nostra sicurezza e alla possibilità di altri terremoti o di eventuali eruzioni vulcaniche.
Perché il terremoto di Norcia?
La colpa del terremoto è da imputare a delle faglie (fratture della crosta terrestre), più precisamente quelle del Monte Vettore e del Monte Bove. I sismi, in accordo con l'ipotesi delle faglie, si stanno susseguendo velocemente per via del "contagio sismico". Il meccanismo del "contagio" non è di difficile comprensione, poiché scatena dinamiche che permettono ad un blocco roccioso di scaricare la propria energia, tramite i terremoti e caricare in questo modo i blocchi adiacenti, cioè sarebbe una sorta di effetto domino catastrofico.
Le onde quindi si propagano lateralmente, causando terremoti forti e vicini. E' doveroso pensare che non siamo gli unici al mondo costretti a sopportare questo fardello, poiché in California, in Turchia ed a Haiti, sono costretti a fronteggiare fenomeni sismici della medesima natura.
Previsioni per i sismi in Italia
E' molto difficile prevedere un terremoto, anche se questa volta il meccanismo di propagazione dovrebbe facilitare l'opera. L'energia liberata con il sisma di Amatrice ha caricato il territorio della zona di Visso e Ussita, a Macerata, da questa zona l'energia è nuovamente migrata a Norcia. Gli intervalli di tempo che separano un terremoto dall'altro non sono prevedibili. Potrebbe accadere ovunque nelle zone interessate.
I geologi non sono capaci di prevedere quando questa energia andrà scemando. E' però doveroso ricordare che è meglio che l'energia si dissipi pian piano, anziché con un unico grande sisma che causerebbe danni inimmaginabili.