E' risoluto e tenace, e dopo momenti bui alza la voce. Raffaele Sollecito ha rivelato nel corso di un'intervista rilasciata alla BBC di aver avanzato una richiesta di risarcimento all'Italia per 'ingiusta detenzione'. La somma richiesta (circa 516.000 euro) servirà almeno a pagare le spese processuali relative al delitto Meredith Kercher. Il giovane pugliese è stato assolto dall'accusa di omicidio della ragazza americana ed ora vuole essere risarcito dallo Stato italiano.
La somma, secondo Raffaele, non basterà comunque a coprire tutte le spese sostenute dai suoi genitori durante il processo.
Prima condannato per l'omicidio Kercher, poi assolto
Raffaele Sollecito era stato ritenuto, per molto tempo, il killer di Meredith Kercher; poi è stato prosciolto. Vivere un processo da imputato non è decisamente una bella esperienza sotto vari punti di vista, tra cui quello economico. Raffaele e la sua famiglia hanno speso molto ed ora chiedono una somma che possa coprire almeno le spese processuali. Nel corso dell'intervista rilasciata a Victoria Derbyshire, Sollecito ha ricordato che è passato un decennio dall'inizio del tormento e ancora adesso i suoi genitori, nonostante abbiano venduto vari appartamenti, sono indebitati. Sembra che la famiglia dell'ingegnere pugliese abbia ancora debiti per 400.000 euro circa.
La somma chiesta ai giudici, dunque, servirebbe quantomeno a saldare tutti i debiti esistenti.
Oggi l'audizione a Firenze sulla richiesta di risarcimento
Proprio oggi, 27 gennaio 2017, si discuterà in un'aula della Corte d'Appello di Firenze sulla richiesta di risarcimento avanzata da Raffaele Sollecito. Il 33enne non sarà presente in aula, ma sarà rappresentato dagli avvocati Luca Maori e Giulia Bongiorno. Si oppongono fermamente alla concessione di un risarcimento a Sollecito sia il Ministero delle Finanze che la Procura generale di Firenze.
Amanda Knox e Raffaele Sollecito si sono sempre detti innocenti, eppure sono stati in carcere quasi 4 anni perché accusati di aver ucciso Meredith Kercher. La fine dell'incubo, per i ragazzi, è arrivata con la pronuncia della Cassazione. Entrambi sono stati prosciolti.