E' intervenuto sull'allarme terrorismo che ha coinvolto il nostro Paese, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il quale, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha affermato che sono le carceri e la rete Internet i luoghi da monitorare in modo attento e continuo "per individuare i percorsi di radicalizzazione dei soggetti a rischio e prevenire eventuali attentati", puntualizzando che il nostro Paese ha un minor numero di foreign fighters o persone che hanno abbracciato la via della jihad rispetto agli altri Paesi europei, ma non per questo "ci si può permettere il lusso di sottovalutare il fenomeno".

Terrorismo: "Nessun legame con la migrazione"

gentiloni afferma che non c'è un legame tra il gran numero di sbarchi di migranti e terrorismo di matrice islamica e riconosce che sono necessarie “politiche migratorie che coniughino attività umanitaria e accoglienza e un più efficace meccanismo di rimpatrio degli irregolari”; infine, Gentiloni ha annunciato le comunità islamiche presenti in Italia saranno chiamate a collaborare per mettere in pratica efficaci attività di prevenzione del fenomeno terroristico”.

Terrorismo: aumento degli accordi bilaterali

Il ministro minniti ha sottolineato che per arginare la propaganda del terrorismo islamico attraverso la rete e bloccare i processi di radicalizzazione occorre “ una cooperazione internazionale tra governi e grandi provider” e intanto lavora al suo piano per affrontare l'emergenza immigrazione puntando all'apertura di centri di identificazione e accoglienza in tutte le regioni e a velocizzare le procedure di rimpatrio attraverso la firma di nuovi accordi bilaterali con le nazioni da cui provengono i migranti.

Sono da intendersi in questo senso i viaggi che Minniti ha effettuato a Tunisi e La Valletta nei giorni scorsi e oggi a Tripoli; il ministro degli Interni ha, infatti, affermato che “la migrazione non riguarda solo alcuni Paesi del Mediterraneo: è diventata un motivo di preoccupazione per tutta l'Europa, e tutti i Paesi debbono unirsi per cercare di trovare una soluzione comune"

Nel frattempo, dopo il massacro di Capodanno, il primo ministro turco Erdogan ha tenuto il primo discorso pubblico affermando che “lo scopo principale degli attacchi terroristici è quello di distruggere il nostro equilibrio, di metterci gli uni contro gli altri. Non cederemo a questo gioco".