Continua l'incubo terrorismo nel nostro paese, dopo la notizia di un allarme dei servizi segreti israeliani di un possibile attacco terroristico a Roma il giorno dell'Epifania con l'uso di droni, arriva quella dell'espulsione di un marocchino dal nostro Paese.

Terrorismo: espulsione in veneto

Si tratta di un venditore ambulante 32enne residente con un regolare permesso di soggiorno. Durante una indagine sul gruppo fondamentalista Jihadia Salafiyya Padova era emerso il suo nome e, inoltre, egli ha avuto collegamenti con l'imam della moschea di Schio (VI), già espulso dall'Italia, il 30 settembre 2015.

Nel corso della perquisizione della sua abitazione sono stati sequestrati documenti e materiale informatico dai quali è emerso il suo interesse a diffondere il credo islamico più oltranzista, con una chiara propensione alla guerra santa (jihad).Lo straniero è stato rintracciato all’alba di ieri nella sua casa di Mortise, in provincia di Padova, e, scortato da poliziotti in borghese, è stato imbarcato su un volo diretto a Casablanca.

Terrorismo: un altra espulsione in Sicilia

Nel frattempo in Sicilia, è stato espulso Jilani Ben Mahmoud, tunisino di 46 anni, il quale secondo i servizi d'intelligence era membro di un gruppo, che aveva legami con un minorenne francese di origine italiana, molto attivo sui forum di discussione jihadista, dove aveva espresso la sua intenzione di raggiungere la Siria.

Jilani, inoltre, aveva attirato l'attenzione delle autorità carcerarie perché, mentre era detenuto, aveva assunto posizione di leadership tra i detenuti di fede islamica grazie al suo carisma, che gli aveva permesso di creare attorno a sé un gruppo di seguaci anche fuori dal carcere, a Pachino in provincia di Siracusa, dove abitava.

“Facciamo moltissima prevenzione e abbiamo un monitoraggio costante dei centri di aggregazione. Sono attività lunghe e complesse che portano spesso a risultati concreti" ha sottolineato il questore di Siracusa, Mario Caggegi.

Contro il terrorismo non si può abbassare la guardia e gli ultimi massacri avvenuti in Germania e Turchia rendono necessaria una attività di controllo dei cittadini extracomunitari di fede islamica.