I truffatori sono sempre alla ricerca di nuove tecniche per raggirare le vittime, man mano che le precedenti divengono note e la maggioranza delle persone smettono di caderci. Ma l'ultima trovata, illustrata dal blog "il disinformatico" è qualcosa di inedito. Complice la crisi, dopo le truffe dei falsi prestiti ora i truffatori, fingendo di essere medici, si dicono interessati ad acquistare, pagando profumatamente, un rene da trapiantare a un loro paziente, disposto a pagare una lauta somma.
Vediamo come funziona.
La ricerca del "pollo" da spennare
Come avviene in molti casi, gli aspiranti truffatori lasciano in giro per la rete - commentando sui blog, ma anche mediante i social network - un messaggio accattivante, per adescare la vittima. Spesso i testi sono scritti in un italiano stentato, ricavato con i traduttori automatici online, ma questo sarebbe giustificato con il fatto che sono stranieri. In questo caso l'annuncio esca lo hanno postato sul blog "il disinformatico", ed il gestore ha deciso di contattare l'indirizzo email indicato fingendo di stare al gioco.
I dialoghi con il truffatore
Una volta manifestato il proprio interesse a farsi espiantare un rene in cambio di un ricco compenso, i truffatori sostengono di essere pronti a sborsare 500mila euro, e propongono una serie di domande per valutare l'idoneità del candidato donatore, che ovviamente sempre viene accettato. Per cercare di rendere credibile la trattativa vengono richieste mediante email una serie di informazioni personali, garanzie sul buono stato di salute del donatore e sul fatto che questo non abbia problemi con alcool e droghe.
Obiettivo: soldi e una copia dei documenti
I truffatori oltre ad informazioni anagrafiche e personali chiedono che gli sia inviata una copia dei documenti, che presumibilmente potrebbero essere usati per commettere altre truffe.
Inoltre per fare partire l'iter della "donazione" del rene sarà richiesto al malcapitato di pagare una fantomatica "tassa di registrazione". Ma non è finita: in questo tipo di truffe frequentemente i malcapitati dopo aver ottenuto un primo pagamento ne chiedono altri, anche accampando le scuse più improbabili. E purtroppo c'è chi ci casca, spesso persone alle prese con situazioni difficili o problemi economici che credono di aver trovato una via di fuga.