Il marito di Roberta Ragusa mentiva alla moglie e anche all'amante Sara Calzolaio. A tracciare il profilo di Antonio Logli, il marito della donna scomparsa cinque anni fa nel Pisano, è il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Pisa, Elsa Iaderasta, nelle motivazioni della sentenza di condanna a venti anni di carcere emessa lo scorso dicembre in primo grado con il giudizio abbreviato.

L'uomo, condannato per l'omicidio volontario e l'occultamento (o la distruzione) del cadavere della moglie, avrebbe una "indole menzognera - ha scritto il gup nelle motivazioni della sentenza riportate dall'Ansa - e con una consistente insensibilità d'animo".

Scomparsa di Roberta Ragusa, le bugie del marito

Insensibilità di animo e indole menzognera non solo nei confronti della moglie ma anche della donna con cui aveva intrapreso una storia extraconiugale poi causa del litigio che sfociò nell'omicidio e nell'occultamento di cadavere, secondo le ricostruzioni delle indagini che hanno trovato riscontro secondo i giudici che ha emesso la sentenza di condanna di primo grado contro la quale il collegio difensivo ha già annunciato ricorso in appello puntando così a smontare le accuse nel secondo grado di giudizio.

Un uomo con "un'indole menzognera palesata - ha scritto il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Pisa - non solo nei riguardi di Roberta, ma anche di Sara, donna della quale - ha proseguito i gup Iaderasta - si dice innamoratissimo, ma che costringe a una vita da perenne amante".

Il gup: insensibile d'animo e d'indole menzognera

Diverse le bugie raccontate da Antonio Logli non solo alla moglie ma anche agli inquirenti che hanno indagato sulla scomparsa di Roberta Ragusa. L'imputato "ha mentito sostiene il giudice nelle motivazioni della sentenza - sulle modalità con le quali si era procurato i graffi alla tempia, sullo zigomo sinistro e sulla mano sinistra. Tutte lesioni compatibili - ha aggiunto - con una colluttazione".

Tra le bugie raccontate dall'imputato, secondo il giudice anche quella sul falso alibi. "Logli dichiara un alibi falso - secondo il gup Elsa Iaderasta - perché, lungi dallo stare in casa e a letto, quella sera uscì. Infatti - ha aggiunto il giudice parlando dei testimoni - fu visto da Loris Gozi, dalla Gombi e dalla Piampiani". Non solo per questo. Anche "perché sicuramente - si legge nelle motivazioni della sentenza - usò la Ford che poi frettolosamente parcheggiò in un posto diverso e meno visibile - viene spiegato - di quello usuale".