Una vita di sofferenze al limite della più subdola macchinazione, quella vissuta dagli Yazidi. Sofferenze che sembrano quasi voler rincorrere voluttuosamente questa piccola minoranza irachena di etnia curda, che ha sofferto nella storia più recente un genocidio a opera dello Stato Islamico di cui molto poco si è parlato. E di cui molto poco si sa. Diversi membri di questa comunità sono morti o stanno morendo oggi non a causa dell'Isis, però, ma a causa degli scontri bellici con le forze peshmerga curde.
Tra le due fazioni, infatti, sono di recente esplose in tutta la loro forza delle rivalità che da tempo covavano nei loro animi. I Peshmerga (termine che significa letteralmente combattente-guerriero che intende combattere fino alla morte) sono le forze armate della tormentata regione autonoma del Kurdistan iracheno (Iraq settentrionale).
Il massacro dell'Isis
La città di Sinjar, situata nell'Iraq nordoccidentale, è stata invasa dallo Stato Islamico due anni e mezzo fa all'incirca. Da quel momento, migliaia di uomini Yazidi sono stati uccisi, migliaia di donne rapite e sfruttate sessualmente, mentre diversi bambini risultano dispersi, probabilmente perché reclutati all'interno delle fila dei combattenti Isis.
Questo perché gli Yazidi vengono considerati dalla Stato Islamico degli apostati, ovvero dei traditori della loro religione, abbandonata ingiustificatamente. Diversi membri della comunità hanno trovato rifugio sulle numerose cime delle montagne presenti sul territorio, nascondendosi in delle grotte e difendendosi con mezzi di fortuna. Alcuni di loro sono riusciti nell'impresa di superare il confine, ma la maggior parte hanno trovato la morte per mano dei membri Isis, per finire poi sepolti in delle fosse comuni.
Le divisioni interne
Le massacranti rivalità interne alle forze della coalizione curda che combatte lo Stato Islamico rischiano seriamente di ostacolare la riuscita dell'impresa di cacciare i miliziani dal territorio.
Uno scontro intestino che è un problema anche per gli stessi Stati Uniti, sostenitori tanto dei curdi siriani quanto degli Yazidi, e che potrebbe compromettere in via definitiva la riconquista delle zone controllate dall'Isis. Le truppe americane stanno da tempo tentando di mediare tra le due parti. La zona controllata dagli Yazidi, oggi terreno di scontro per le latenti rivalità politiche curde, si trova in una zona strategica tra Turchia, Siria e Iraq. Gli Yazidi uccisi erano membri delle Unità di resistenza di Sinjar, forza regionale affiliata all'ala militare del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), gruppo separatista curdo che opera nella vicina Turchia. Gli americani supportano militarmente una coalizione attiva nei pressi del confine siriano, ma comandato da un altro gruppo affiliato al PKK.
L'altro gruppo è quello dei Peshmerga del Rojava, dei curdi siriani diretti dal governo del Kurdistan iracheno (anche loro sostenuti dagli Stati Uniti). Questi ultimi, una volta scoppiata la guerra civile in Siria, sono scappati in Iraq; adesso non gli viene consentito di ritornare a casa. Le due parti si accusano vicendevolmente su chi abbia iniziato prima lo scontro militare. Nessuna delle fazioni coinvolte sembra intenzionata a fare un passo indietro.