Una nuova bufera si è scatenata intorno alla proposta di modifica dello statuto comunale promossa dal Movimento 5 Stelle. L'obiettivo sarebbe quello di perfezionare e migliorare la partecipazione diretta dei cittadini rispetto a determinate questioni di carattere politico. Una sorta di "rivoluzione" della democrazia diretta. La delibera, presentata dalla maggioranza del partito di Grillo in Campidoglio, sarebbe finalizzata all'introduzione di petizioni online e alla sperimentazione del voto elettronico per quel che riguarda i referendum comunali.

La volontà dei Cinquestelle, così come dichiarato durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, è quella di dar vita a un vero e proprio cambiamento di rotta che consenta la transizione effettiva da "Mafia Capitale alla capitale della democrazia diretta".

La presentazione del progetto

La delibera è stata presentata da Flavia Marzano, assessora alla Roma Semplice, dal presidente della commissione Roma Capitale Angelo Sturni, e da Riccardo Fraccaro, deputato del Movimento. Presente all'evento anche il sindaco della capitale, Virginia Raggi. I Cinquestelle hanno iniziato dicendo che questa iniziativa è anche un modo per ricordare Casaleggio a un anno dalla sua scomparsa.

L'obiettivo ultimo è quello di migliorare la partecipazione dal basso, rendendo il popolo effettivamente protagonista. Le petizioni popolari elettroniche si rivelerebbero funzionali a snellire e a facilitare il processo che porta alla presentazione di una richiesta o di una proposta alle istituzioni. Il modello cui si sono ispirati in tal senso i grillini è la Gran Bretagna, con il Parlamento che da tempo ha concesso ai cittadini inglesi la possibilità di presentare petizioni popolari attraverso internet. Altro tema toccato è quello relativo all'abolizione del quorum di partecipazione per i referendum comunali, con la possibilità inoltre di sperimentare il voto elettronico (e-voting) in cabina elettorale per i referendum locali.

Infine i Cinquestelle hanno proposto l'introduzione del bilancio partecipativo, destinato anch'esso a coinvolgere i cittadini stessi nella redazione del bilancio sia a livello comunale che a livello municipale.

Le reazioni

Non si sono fatte attendere le reazioni degli esponenti del Partito democratico. In prima linea la vicesegretaria dem Debora Serracchiani, che ha accusato i grillini di voler utilizzare la piattaforma Rousseau (piattaforma online riservata esclusivamente agli iscritti al Movimento), di proprietà dell'azienda privata di Casaleggio, all'interno del Comune di Roma, creando un pericoloso conflitto di interessi. Immediata la replica sul blog dei Cinquestelle: "Levate er vino a Debora Serracchiani.

O è ubriaca o è in malafede". L'assessore Flavia Marzano ha poi continuato spiegando che c'è la volontà di integrare i principi che regolano il sistema Rousseau all'interno del portale di Roma Capitale, e non il sistema stesso.