A margine della recente svolta sul caso Piredda-Pitzalis, che vede nuovamente accesi i riflettori della giustizia sulla morte di Manuel Piredda, 27enne di Gonnesa (Sardegna) finora ritenuto colpevole di tentato femminicidio ai danni della moglie Valentina Pitzalis, raccogliamo in esclusiva le dichiarazioni della dottoressa Elisabetta Sionis, criminologo clinico specialista del pool della difesa della famiglia del ragazzo insieme all'avvocato Gianfranco Sollai.

Su quei tragici fatti, a sei anni dall'archiviazione del caso per "morte del reo", è arrivata la decisione della Procura di Cagliari, che, lo ricordiamo, ha aperto un fascicolo per omicidio e incendio doloso. La ragazza, rimasta sfigurata dalle fiamme divampate nell'abitazione del Piredda nella notte tra il 16 e 17 aprile 2011, è considerata simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.

Dottoressa Sionis, lei fa parte del pool della difesa dei Piredda insieme all'avvocato Gianfranco Sollai, all'esperto di fotografia Davide Sionis e al dottor Nicola Monni, medico legale specializzato in chirurgia plastica ricostruttiva. Come si è avvicinata al caso?

Sono un criminologo clinico esperto in Psicologia giuridica e ho lavorato per vent'anni per il Ministero della Giustizia, pertanto mi sono occupata di crimini di ogni genere e posso senza falsa modestia affermare di essere un'esperta dell'animo umano e della comunicazione non verbale. Il caso Piredda-Pitzalis lo seguo sin dai primi giorni in cui si verificò la terribile tragedia e in cui Manuel rimase ucciso e la Pitzalis restò brutalmente sfigurata. Il mio non è stato solo un interesse professionale ma anche umano: infatti, sin dall'inizio non ho mai creduto alla versione dei fatti rilasciata dalla Pitzalis, unica sopravvissuta e testimone oculare. Notai immediatamente numerose incongruenze soprattutto relativamente alla criminodinamica ed alla tempistica descritte dalla donna, non solo durante l'escussione a sommarie informazioni effettuata dai Carabinieri mentre il 27 Maggio 2011 si trovava ricoverata presso il Centro grandi ustionati del nosocomio sassarese, ma anche nel suo libro-testimonianza e durante le numerose interviste che ha reso alle più accreditate testate giornalistiche della carta stampata come pure televisive.Vi sono un gran numero di ridondanti incongruenze, anche nella sua comunicazione non verbale, che assumono un importante significato dal punto di vista criminologico per quanto attiene la valutazione della sua attendibilità generica e specifica e che ha costituito il perno su cui si è fondata la istanza di archiviazione per morte del reo.

In che termini si è profilata la concreta possibilità di trovare accoglimento alle istanze della famiglia di Manuel?

Quando il 18 Gennaio 2017 l'avvocato Gianfranco Sollai mi ha contattata per propormi l'incarico in qualità di consulente criminologo clinico ho da subito accettato il mandato senza alcuna riserva e da quella data sino ad oggi ho lavorato incessantemente al fine di far luce su questa terribile quanto nebulosa vicenda. Sono alquanto soddisfatta circa le risultanze investigative e scientifiche emerse e portate al vaglio della Procura della Repubblica di Cagliari e alle quali hanno collaborato altri due consulenti della difesa: l'esperto in fotografia Davide Sionis e il medico legale specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva dott. Nicola Monni. Il mio obiettivo precipuo è sgombrare il campo da tutte le ombre che sino ad oggi hanno caratterizzato questa storia e far sì che la verità e la giustizia trionfino.

Mi ha molto colpita la tifoseria da stadio alla quale ho talvolta assistito sul web e che danneggia qualunque principio di conoscenza della verità e mina la dignità di ciascuno degli individui coinvolti in questa tragedia.

Sto scrivendo un libro che narra come si è arrivati a questa clamorosa quanto auspicata svolta giudiziaria e, successivamente, ho in mente di raccontare in un secondo volume come si evolverà la vicenda giudiziaria qualora vi sia un giusto processo. Intendo assolutamente riportare esclusivamente i fatti, le emergenze investigative, le risultanze scientifiche e documentali. Manuel Piredda è costantemente dileggiato e si continua a parlare di lui come di uno scellerato che ha cercato di uccidere la ex moglie e poi si sia vigliaccamente ucciso: in questo momento storico, per via del segreto istruttorio e della delicatezza di quanto abbiamo scoperto, non posso svelare importantissimi dettagli di interesse criminologico ed investigativo ma mi sento di affermare che ciò che è stato sinora preso come oro colato non corrisponda alla verità.

Può dirci esattamente il significato dell'apertura di un fascicolo d'indagine per omicidio a sei anni dall'archiviazione?

Stamattina ho appreso dai media che la Pitzalis è indagata per il reato di omicidio e incendio doloso, ritengo sia doveroso a questo punto, più che mai, che si smetta di infangare la memoria di Manuel Piredda. Evidentemente la Procura ha ritenuto che verosimilmente quanto raccolto da me e dall'avvocato Gianfranco Sollai, e presentato da quest'ultimo all'attenzione della Procura della Repubblica di Cagliari, possa costituire un solido fondamento sul quale imperniare l'attuale indagine. La giustizia talvolta ha un lento incedere ma quando si avvia colpisce inesorabilmente chiunque abbia tentato di occultare la verità.

Concludo dicendo che nel caso dovesse essere dimostrata una verità diversa da quella sino ad oggi ritenuta genuina, occorrerà valutare i danni che potrebbe aver prodotto l'aver creduto che la Pitzalis sia vittima di un tentativo di omicidio, considerate tutte le energie e le risorse morali e materiali investite per diffondere la sua versione in veste di testimonial contro la violenza sulle donne.