Si chiamano Giuseppe Agodi, 70 anni, e Lorenza Frigatti, 69 anni, e sono morti per aver scambiato per zafferano un'erba velenosa raccolta in montagna. L'avevano usata come condimento per il risotto ma ha provocato prima un malore e poi la morte dei 2 coniugi. In un primo momento si era ipotizzato un infarto, ma l'autopsia ha rivelato che ad ucciderli, a distanza di qualche giorno l'uno dall'altro, è stata proprio la pianta.
L'autopsia è stata effettuata a Cona, in provincia di Venezia, dove risiedevano le 2 vittime mentre l'avvelenamento avrebbe avuto luogo a Folgaria, vicino Trento, dove la coppia ha passato le vacanze. La donna si è sentita male qualche giorno dopo aver consumato il pasto ed è stata subito ricoverata in ospedale dove hanno riscontrato i sintomi di un avvelenamento, purtroppo fatale. I medici dell'ospedale hanno quindi chiesto alla Procura di Padova di riesumare la salma del marito per effettuare l'autopsia, poichè la sua morte era stata in precedenza attribuita ad un infarto.
La colchicina
Il nome dell'erba che la coppia ha scambiato per l'innocuo zafferano è la colchicina, che ha il fiore identico a quello dello zafferano, ma purtroppo è molto tossica e riesce a causare la morte in poche ore.
La pianta è infatti chiamata "zafferano bastardo" proprio per la sua somiglianza con l'"oro rosso", ed appartiene alla famiglia delle Liliacee. Germoglia in questo periodo con con un fiore rosa-violaceo. È una specie presente in tutta Europa e in Italia si trova nelle zone di alta montagna, oltre i 2000 metri, come appunto nella località trentina in cui i coniugi soggiornavano, mentre è rara negli Appennini. È nota come pianta velenosa ed è annoverata in una lista di veleni vegetali del Ministero della salute dal moemento che è vietata sia per l’uso negli integratori alimentari sia nei prodotti erboristici e fitoterapici.
Anche il solo contatto con la pianta è pericoloso perché può causare danni all'epidermide.
La sua ingestione causa bruciore alle mucose, coliche, nausea, vomito e forte diarrea sanguinolenta fino ad arrivare al delirio e alla morte. Il veleno agisce sugli organi del digerente, sul fegato, su bronchi e polmoni, sui reni, sulle ghiandole, nonchè sul cuore e sulla circolazione. Raramente è letale ma quando ciò avviene, il decesso si verifica tra le 7 e le 48 ore dal contatto. Inoltre i suoi effetti tossici perdurano e danno luogo a complicanze di tipo circolatorio o neurologico, come ad esempio anemia o cali nel numero delle piastrine. Non è facile riconoscere le due piante dai fiori molto simili, l'unica differenza visibile è nel numero deli stami, 6 per la colchcina e 3 per lo zafferano, ma se non si è esperti è meglio non raccogliere piante e funghi.