L'unico a salvarsi è stato il nipotino di 11 anni, ma solo perché a quell'ora era a scuola. Al ritorno a casa, non era più lo stesso bambino, la sua vita è cambiata per sempre: è diventato orfano, ma questo lui ancora non lo sa e non sarà semplice dirglielo. Suo zio, l'appuntato dei carabinieri Raffaele Pesare, di 53 anni, stamattina ha ucciso sua madre Nella, di 50 anni, suo padre, Salvatore Nesci, di 69 anni, e anche suo nonno Damiano, di 83 anni.
La strage si è consumata intorno alle 11 e 30, in un'abitazione di viale Giulio Cesare a Sava, paese in provincia di taranto.
Ricostruzione dei fatti
"Venite, ho fatto una stupidaggine", è stato proprio Raffaele Pesare, a chiamare i colleghi chiedendogli di andare nell'appartamento della strage dove sua sorella abitava con il marito, l'anziano padre e il bambino, unico scampato. Poi, appena terminata la telefonata, si è puntato la pistola al volto e ha sparato. La scena che è apparsa ai carabinieri giunti sul posto con i soccoritori del 118, è stata terrificante: tre corpi straziati, per essere stati raggiunti da proiettili sparati a distanza ravvicinata.
I cadaveri sono stati scoperti nella cucina, adibita anche a sala da pranzo, dove il militare all'improvviso ha aperto il fuoco. L'appuntato è stato trovato su una sedia,ferito e fuori di sé, ed è stato trasportato in ospedale in condizioni gravi, ma pare che non sia in pericolo di vita. Nel pomeriggio, dall'ospedale di Manduria, è stato trasferito al policlinico di Bari.
Lite degenerata
Era conosciuto da tutti come una persona equilibrata, tranquilla, un bravo Carabiniere. Cosa abbia scatentato il raptus omicida da parte del militare, sposato con due figli, regolarmente in servizio presso il Nucleo Radiomobile di Manduria, è in fase di accertamento e sarà oggetto di indagini. Ma sembrerebbe che a provocare la lite familiare, degenerata fino allo sterminio di 3 componenti, siano state questioni patrimoniali legate alla successione e alla gestione di alcuni terreni di proprietà del padre.
Pare fossero affidati al cognato e questo ha alimentato contrasti con il militare. E c'erano vecchie ruggini familiari, attriti di antica data per questioni economiche. Poiché l'anziano padre viveva con la figlia, quest'ultima aveva accesso alla sua pensione, fatto che non andava giù a suo fratello.
Un paese sotto choc
Sconvolto e addolorato, Dario Iaia, il primo cittadino di Sava, è giunto sul posto poco distante dal municipio. L'area era stata transennata da carabinieri e polizia locale. "Siamo sconvolti. Non avremmo mai potuto immaginare che potesse accadere una cosa del genere. Si tratta di una famiglia assolutamente per bene", ha detto il primo cittadino. Sono giunti a fare un sopralluogo anche il procuratore aggiunto di Taranto, Maurizio Carbone, e il medico legale Alberto Tortorella.
L'intero paese è sotto choc, perché la famiglia, conosciuta da tutti, è tranquilla e non ha mai dato problemi. E' un periodo davvero difficile questo per l'Arma dei carabinieri a causa di un succedersi di fatti di cronaca che ne ledono l'immagine. Proprio oggi è stato trovato morto il generale di brigata dei carabinieri forestali in congedo Guido Conti, 58 anni, originario di Sulmona. Noto per aver condotto l'inchiesta sulla più grande discarica dei veleni d'Europa, quella di Bussi (Pescara), aveva svestito l'uniforme perché era stato appena assunto presso una multinazionale petrolifera, come delegato alla sicurezza ambientale. E' stato trovato morto nella sua auto, tra Sulmona e Pacentro. Sembra che si sia suicidato. Ma le circostanze sono poco chiare e c'è un'indagine in corso.