Giorni di dolore per due famiglie italiane, quella di Sofia e quella di Giulia. Da poco si è appreso che la morte della piccola Sofia Zago, avvenuta il 4 settembre scorso agli Ospedali Riuniti di bergamo, sarebbe avvenuta forse per un tragico errore medico che le avrebbe inoculato la malaria. Adesso si viene a sapere che ad uccidere la piccola Giulia a Bergamo sarebbe stata una forma rara di meningite, riconducibile al ceppo C.

Vediamo cosa è successo.

La disperazione della famiglia: era vaccinata

"Era vaccinata. Contro la meningite, contro tutto. Ma non è servito e ora sono qua a piangere”. Queste le prime parole pronunciate dal papà di Giulia subito dopo la morte della piccola. E infatti la bimba aveva aderito al protocollo previsto dalla legge Lorenzin sui vaccini obbligatori. Per questo non ci si è spiegati fin dall'inizio come fosse potuto accadere. Venerdì 3 novembre Giulia muore, dopo un malore che l'ha stroncata nel giro di un paio di giorni. Anche per questo i genitori dei compagni di Giulia si erano preoccupati, temendo che la meningite si potesse trasmettere ai propri figli.

L'infettivologo: nessun allarmismo, è un caso raro

Ma allora cosa è successo, e come mai Giulia è morta di meningite se contro la meningite era stata vaccinata? Prova a dare una risposta Marco Rizzi, direttore dell’unità malattie infettive del Papa Giovanni XXIII dal 2011, ospedale in cui si è spenta Giulia. Rizzo spiega che l'infiammazione delle meningi, appunto la meningite, se di origine virale, provoca danni al cervello a livello neurologico. Dice anche però che è abbastanza raro che le complicanze portino alla morte. Dice addirittura che in genere nell'arco di una settimana, debitamente curata, la meningite regredisce e il paziente guarisce. La forma che avrebbe colpito Giulia invece sarebbe da ricondurre a quella batterica, più grave.

Più rara, ma più grave. Rizzi però invita alla cautela. La forma grave è rara in Italia, contando meno di 200 casi. Indica anche i sintomi ai quali fare attenzione.

I sintomi della meningite

Rizzi spiega che in genere i primi sintomi che si riscontrano, soprattutto nei bambini e negli adolescenti, sono la febbre alta, sonnolenza, pianto che sembra un lamento e difficoltà nel movimento e nello stare in piedi. La prima cosa da fare sarebbe ovviamente rivolgersi al medico per sottoporre il bambino ad esami quali il prelievo e l'esame del sangue e del liquido cerebrospinale attraverso la puntura spinale. Ma questo solo se ci sono sospetti fondati di meningite. E' importante poi identificare il batterio responsabile per assumere la forma terapeutica più adeguata.

E proprio sul tipo di forma che avrebbe colpito Giulia si sta discutendo in queste ore.

Meningite di tipo C: a quel ceppo non era vaccinata

Lo dice il laboratorio del Policlinico di Milano, che comunica il risultato delle analisi fatte a Giulia. Si tratterebbe appunto del meningococco di tipo C, molto raro e quindi non incluso nel protocollo obbligatorio. Lo conferma anche l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. Comunica anche che i compagni di Giulia sono stati già sottoposti alla profilassi antibiotica prevista in questi casi. La stessa profilassi è stata applicata agli insegnanti e a chiunque sia entrato in contatto con la bimba. La scuola elementare di via Garofani di Rozzano è sicura, e questo è importante da specificare per evitare panico e inutili allarmismi.

L'ultimo saluto a Giulia: quei palloncini bianchi

Sabato 4 novembre, nella parrocchia di Rozzano, luogo di origine di Giulia, si sono svolti i funerali. Circa 1000 persone, tra parenti, amici e compagni di scuola, hanno dato l'ultimo saluto alla piccola, e tanti palloncini bianchi sono stati lanciati in cielo, ad accompagnare simbolicamente l'ultimo viaggio di Giulia.

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