Negli incontri attualmente in corso a Roma sul problema del Mediterraneo e dell'emigrazione, il vicepremier libico Ahmed Maitig porta l'Italia ad esempio, definendola modello, per l'accordo stabilito alcuni mesi fa e chiede intese anche con altri Stati. Le parole sono chiare e incontrovertibili: "...cerchiamo altri partner per fermare il fenomeno dell'immigrazione clandestina.
Servono più iniziative da parte dei Paesi Europei".
Dove
Il vicepremier libico ha parlato il 30 novembre 2017 a Roma all'apertura del MED, Mediterranean Dialogues a cura del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale e dall'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI). I temi in discussione sono determinanti per il futuro del Mediterraneo e vanno dalla sicurezza alla migrazione, dalla cultura alla società. In questa edizione c'è una presenza massiccia di leader, almeno 800, di imprese legate in qualche modo al Mediterraneo come l'ENI e una miriade di giornalisti italiani e stranieri.
Uno dei Paesi al centro dell'attenzione è proprio la libia che è punto chiave degli arrivi dall'interno dell'Africa di centinaia di persone che cercano poi un "passaggio" (pagato a sangue e soldi) per arrivare in Europa. La Libia chiede accordi anche con altri Stati oltre l'Italia e ricorda che uno degli altri Paesi più interessati è senz'altro la Francia per la presenza di molte imprese e di molti interessi nel Paese africano.
Uno dei problemi fondamentali è anche l'aiuto diretto e indiretto a tutti i Paesi del sud Mediterraneo perché in essi a causa dell'instabilità economica, gli Jihadisti hanno prosperato e vista la sconfitta di Daesh, pare questo il momento giusto per reagire.
Il ritorno di Zio Tom
È di un paio di settimane fa il video choc della CNN sulle aste in Libia per la vendita degli emigranti che arrivano sulle coste della Libia e certo questi fatti peseranno e saranno in discussione al MED di Roma nei suoi tre giorni di interventi. Mentre una voce grida 800...900..venduto per 1200 dinari libici (circa 743 €), ci si rende conto che non è un'asta di quadri o mobili, ma quelli che sono messi in vendita sono persone e nello specifico, un ragazzo nigeriano di 20 anni definito "grande ragazzo forte per lavori agricoli".
La telecamera nascosta della CNN ci riporta al '700 e alla vendita di schiavi che alla fine se ne vanno coi loro nuovi padroni, vedendo svanire il sogno per cui erano partiti dal loro Paese.
La Guardia Libica ha recentemente aumentato il controllo e il blocco dei barconi, ma proprio questo ha fatto aumentare in loco l'attivismo dei negrieri dei nostri giorni.
Due facce della stessa medaglia
Gli accordi tra l'Italia e altri Paesi con la Libia per un aumento del controllo degli emigranti sono indubbiamente necessari, ma non devono far dimenticare cosa succede laggiù quando una miriade di emigranti viene concentrata nei vari campi di detenzione e questo richiede interventi decisi di controllo sulla Libia, un paese fragilissimo non ancora completamente sotto controllo del Governo ufficiale, perché certi orrori non vengano commessi in nome dell'Europa. Gli unici che possono intervenire con autorità cono i rappresentanti della UE, ma meglio ancora gli osservatori ONU.
Nella loro ultima relazione a Bruxelles del 14 novembre 2017, questi hanno parlato di cose raccapriccianti: prigionia arbitraria e senza limiti di tempo, tortura, stupri continui, sfruttamento e schiavitù. Gli europei non vogliono più migranti incontrollati sulle coste, con gli accordi pagano altri, dalla Turchia alla Libia, perché li trattengano, togliendoci le castagne dal fuoco, ma in nome della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani, l'Italia e la UE nel complesso devono porre fine agli orrori indicibili che avvengono laggiù e di cui non possono dire di essere all'oscuro, insistendo per la creazione di "corridoi" controllati e umanitari per il rimpatrio degli emigranti.