Firenze, mercoledì 15 Marzo. Ieri presso il capoluogo toscano è stato dichiarato il lutto cittadino per la morte del senegalese Idy Diene avvenuta lo scorso 5 marzo sul ponte Amerigo Vespucci. Idy è stato ucciso dal tipografo ormai in pensione Roberto Pirrone, il quale ha dichiarato che, disperato per la sua situazione economica, sarebbe uscito per suicidarsi ma che non essendo riuscito a puntare verso di sé l'arma finendo così per sparare ad un passante innocente.

Quest'omicidio ha destato scalpore presso la comunità senegalese, la quale ha organizzato due manifestazioni antirazziste nel ricordo di questo loro fratello morto per essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Egoismo o razzismo?

La dichiarazione rilasciata dall'imputato in sede di accusa sarebbe quella di aver sparato all'uomo come disperato gesto per far fronte ai suoi problemi di carattere economico: sembrerebbe infatti che Pirrone, non riuscito a suicidarsi, avesse deciso di puntare la pistola verso un passante casuale al fine di poter andare in prigione. Con questa testimonianza l'uomo negava ogni accusa di movente razzista, prima ipotesi avanzata dagli inquirenti.

Nonostante le parole di Roberto Pirrone neghino questo tipo di movente, alcune registrazioni delle telecamere di video sorveglianza installate nella zona in cui si è compiuto l'omicidio parrebbero mostrare che i colpi sparati dall'uomo non siano così casuali come egli stesso afferma. Possiamo vedere infatti come davanti all'uomo siano passate altre tre persone prima di Idy: una donna con un bambino e un uomo poco dopo, tutti soggetti bianchi che parrebbero essere stati ignorati da Pirrone. Immagini che potrebbero confermare la prima ipotesi avanzata dagli inquirenti e dalla comunità senegalese che chiede giustizia per il loro fratello deceduto.

“Abbiamo paura, non lasciateci soli”

Nella giornata di sabato dieci oltre diecimila persone si sono ritrovante, sfilando in centro in un corteo manifestante pacifista antirazzista.

Questa manifestazione, organizzata dalla comunità senegalese, sembra aver riappacificato i precedenti dissidi avvenuti nelle manifestazioni precedenti, dissidi dovuti anche alla presenza di "italiani infiltrati", come rilasciato dalla comunità stessa e dal sindaco della città Dario Nardella.

"Basta razzismo" gridano i manifestanti per le strade del centro storico fiorentino, che con striscioni pacifisti ed in onore di Idy marciano in un'eterogenea sfilata pacifica. Per Idy sono arrivati tutti a ricordarlo: senegalesi, fiorentini, persone anche esterne alla regione Toscana, anche il sindaco ha raggiunto il corteo durante questa manifestazione, dove ha proclamato che nel giorno del funerale in Senegal a Firenze sarà dichiarato lutto cittadino.

Così alle 8 della giornata di ieri presso le cappelle del commiato si è svolta la cerimonia funebre per Idy Diene, con parenti, amici e gente comune che si sono ritrovati in alcune decine per dargli un ultimo addio; la vedova, spezzata dal dolore, è la seconda volta che piange per un marito ucciso: era infatti sposata con uno dei due senegalesi rimasti uccisi nella strage di Piazza Dalmazia del 2011.

Toccanti sono state le parole del portavoce della comunità senegalese Mamadou Sall, il quale richiede sostegno e aiuto da parte di tutti: "E' un momento difficile e triste. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti, non lasciateci soli, tra di noi c'è paura, capita che camminando ci guardiamo a destra e sinistra, è terribile essere stati colpiti una seconda volta".