Firenze ieri è caduta improvvisamente nella paura, si pensava a un Macerata bis, quando in città ha cominciato a girare la voce di un uomo armato di pistola che aveva sparato, uccidendolo, a un africano proveniente dal Senegal. Inizialmente si è parlato subito di matrice razzista, ma ora dopo ora la verità è venuta fuori: si tratta di un folle che ha dapprima tentato il suicidio ma, non avendone avuto il coraggio, ha sparato al primo che passava in strada.

La dinamica dell'omicidio

Roberto Pirrone, un italiano di 65 anni, preso da un raptus di follia e di disperazione, ha fatto fuoco sulla prima persona che gli è capitata a tiro.

La follia che ha armato la mano del 65enne ha portato alla morte di un venditore ambulante senegalese di 54 anni. L'uomo, Idy Diene, è stato freddato con 6 colpi di pistola sul ponte Vespucci nel centro città, vicino al consolato americano. L'africano si trovava in Italia con un regolare permesso di soggiorno emesso dalla questura di Pisa, stava vendendo del materiale per strada quando è stato raggiunto da circa 6 colpi di pistola in pieno torace. Il killer, una volta sparato, ha gettato la pistola e si è dato alla fuga, più tardi però è stato raggiunto grazie alle chiamate dei passanti al 112. Le ambulanze giunte sul posto con i medici a bordo hanno provato a rianimare il senegalese per ben 40 minuti, ma le condizioni erano troppo disperate per salvargli la vita.

Agli inquirenti Pirrone ha raccontato di aver sparato al primo che gli capitava davanti, in realtà prima dell'africano gli era passata una famiglia con dei bambini, ma è passato oltre. Durante la perquisizione in casa dell'uomo gli investigatori hanno trovato una lettera indirizzata alla figlia che le annunciava il suicidio per motivi economici.

Pirrone ora si trova in arresto con l'accusa di omicidio e a disposizione del pubblico ministero, Giuseppe Ledda.

La protesta dei connazionali della vittima

"Non volevo gravare sulla mia famiglia, così alla fine ho sparato per finire in carcere", dichiara Pirrone agli investigatori. Una volta diffusasi la notizia dell'omicidio, un nutrito gruppo di senegalesi si è radunato su ponte Vespucci bloccando la strada e poi continuando a camminare per le vie del centro urlando e arrecando danni a biciclette e auto parcheggiate. A Firenze già avvenne un episodio simile, nel 2011, quando Gianluca Casseri uccise 2 senegalesi e ne ferì altri 3 prima di togliersi la vita.