Una vera e propria tragedia quella avvenuta ieri sul ponte Vespucci (Firenze). Un uomo sui 65 anni, con l’intenzione di metter fine alla propria vita, ha finito col “sacrificarne” un’altra, sparando a sangue freddo su un senegalese di 54 anni di passaggio.

Voleva suicidarsi per ragioni economiche

Roberto Pirrone, ancora in stato di shock al momento dell’arresto, ha alternato momenti di lucidità a pianti disperati.

Mentre si aspetta una perizia psichiatrica, le intenzioni originali dell’uomo appaiono sempre più chiare: in partenza aspirante suicida per ragioni economiche, Pirrone aveva già scritto un biglietto di addio alla figlia prima di uscire di casa. Preso dallo sconforto e dalla confusione, però, non ha trovato il coraggio di rivolgere la pistola contro sé stesso.

L’arma da fuoco è stata infine puntata contro un passante innocente: il fine ultimo era quello di finire in carcere per non sprofondare nei debiti. Dopo 40 minuti di tentativi di rianimazione, il senegalese (di cui ancora non si sa il nome) è morto a causa delle ferite profonde.

Il numero di proiettili rinvenuti nel corpo della vittima ammontava a 6, quasi un intero caricatore.

Poteva compiere una strage famigliare

Una tragedia frutto di isteria o un omicidio a sangue freddo: le ipotesi sono entrambe da verificare. Ciò che si sa è che l’atto di Pirrone avrebbe potuto avere conseguenze ancora peggiori: stando al suo racconto, infatti, prima di incrociare un passante solitario si era trovato davanti un’intera famiglia. Deciso inizialmente a compiere la sparatoria sulla coppia con i bambini al seguito, non ha però avuto il coraggio di premere il grilletto.

A quanto pare, perciò, la vita di un ambulante senegalese di 54 anni è risultata meno importante agli occhi dell’uomo.

Resta da valutare se, oltre all’incapacità di intendere e volere, nell’uccisione vi fosse nascosta la componente razziale.

A concludere la vicenda, Pirrone ha infine abbandonato la pistola in terra, proseguendo senza meta per le strade di Firenze. Poco dopo, l’arrivo del pm di turno e della polizia che ha arrestato l’uomo, ritrovando in casa sua la lettera indirizzata alla figlia.

Xenofobia o follia?

Una vera e propria tragedia che ha animato le strade fiorentine in pieno giorno. E che, a distanza di così poco tempo dall’attentato di Luca Traini, lascia aperte non poche questioni. Si parla di componenti xenofobe (sebbene la pista sia ancora molto incerta), ma anche del discorso sul possesso di armi da fuoco.

Un tema non certo scottante come potrebbe essere negli USA, ma che in questo determinato periodo è piu’ importante che mai rivedere. Specialmente sulla scia delle ondate di preoccupazione e di rabbia che hanno popolato sia la campagna politica che il pensiero dei cittadini italiani in genere.