Descrivere la figura di un’artista della scena Trap come XXXtentacion è molto complesso e ricco di interrogativi: la persona che si nasconde dietro quest’artista, Jahseh Onfroy, gode di un passato iniquo voltato alla criminalità dal quale cercava di redimersi grazie alla sua musica dai toni molto cupi, che allo stesso tempo aiutava alcune persone psicologicamente colpite a superare il loro dolore. E’ molto difficile descrivere la musica di Jahseh: non sarebbe neanche identificabile con un genere unico, le sue qualità canore gli permettevano di essere versatile in qualsiasi genere, ma ciò che voleva esprimere, qualsiasi genere decidesse di accogliere, era sempre il cambiamento.
La notizia della morte
Il 18 giugno 2018, mentre XXXtentacion era in procinto di comprare una motocicletta nel negozio a Nord di Fort Laudardale, ecco che vengono sparati colpi di arma da fuoco verso l’artista: egli perde i sensi, sparatori ignoti, e viene immediatamente trasportato all’ospedale ubicato nei pressi del luogo dell’accaduto. Proprio lì, nell’ospedale, avviene l’inevitabile e l’impensabile: XXXtentacion, Jahseh Onfroy, muore. Secondo lo sceriffo della zona, i due colpi di pistola sono stati sparati da due uomini che sono fuggiti a bordo di un suv: probabilmente XXXtentacion si era trovato in mezzo ad una tentata rapina ed è stato vittima della casualità degli eventi, i quali gli sono, purtroppo, costati la vita.
La notizia della morte viene data alle 23:56 e l’accaduto è avvenuto all’incirca un’ora prima.
Quando gli eventi fortuiti possono essere letali
La morte di XXXtentacion è stata un fulmine a ciel sereno: nessuno si sarebbe mai aspettato una morte del genere per un’artista del genere, soprattutto all’età di 20 anni. Tutto è stato dettato dai dadi del caso, che scagliati, decretano eventi fortuiti, alcuni dei quali perigliosi e fatali.
Quasi tutto quello che ci circonda è un accidente aristoteliano: solo e soltanto aggiunte secondarie ad un qualcosa di primario che sembra sfuggirci, sembra non essere alla nostra portata sensibile, alla nostra portata fenomenica, ma soltanto parte di quel agognato noumeno Kantiano.
Tutto sembra ordinato dalla casualità degli eventi, che si avvicendano e susseguono senza seguire un ordine ben preciso, ma semplicemente, si avvicendano in quanto tali, senza preoccuparsi di seguire un ordine teleologico ben preciso, ma avvengono e basta, senza essere tassonomici.
Pensateci: una persona va a comperare una motocicletta e tutto di un tratto si ritrova in un’ipotetica rapina a mano armata nella quale si ritrova coinvolta e viene colpita da uno sparo, morendo in questa maniera. Chi mai avrebbe potuto prevedere un evento simile? Come si può prevedere un evento simile?
E’ davvero possibile prevedere eventi fortuiti, o davvero tutto questo scorrere del divenire è dovuto fortemente a quella tanto agognata eterogenesi dei fini Wundtiana? Così però, dovendo sempre tener conto del caso, il proprio divenire diventa esacerbato verso un’esistenza penosa, paranoica ed ossessiva verso le azioni e le loro conseguenze: bisogna forse prendere atto della casualità degli avvenimenti, delle loro conseguenze intenzionali e non intenzionali, e convivere con gli accidenti, poiché forse, anche noi siamo proprio uno di quegli accidenti, senza rendercene conto.