Una gara di pugni. Si stavano sfidando, incitati da amici e conoscenti che ridevano e urlavano circondandoli, a chi sferrava il colpo più forte. Era un 'gioco', sia pure maledetto. Solo che uno dei due è morto. La consulenza tecnica, fatta eseguire dal pm Vincenzo Ferrigno della procura di Spoleto, ha fatto definitivamente luce su cosa sia accaduto la tragica notte del 29 luglio scorso all'esterno della 'Vineria', locale molto frequentato dai giovani a Norcia.
Grazie all'acquisizione di immagini e video registrati dai telefonini dei presenti al fatto, è stato chiaro ai magistrati inquirenti che non si è trattato di una lite come inizialmente creduto dai carabinieri. Emanuele Tiberi, la vittima di 29 anni, per primo ha colpito con uno schiaffo il suo contendente Cristian Salvatori di 33, il quale ha replicato sferrandogli un potente cazzotto, uno solo, che è bastato a uccidere l'amico. Tiberi che era arrivato in coma all'ospedale di Spoleto, a distanza di sei ore è stato dichiarato morto per emorragia cerebrale.
Ora Salvatori si trova in carcere per omicidio preterintenzionale.
Pugni per gioco, la svolta nell'indagine
Non si è trattato di una rissa finita male, ma di un gioco mortale. Lo dice la perizia disposta dalla procura di Spoleto e appena depositata. Finora i contorni della vicenda erano rimasti piuttosto incerti. Ma il consulente della Procura in questi mesi ha passato al setaccio video e conversazioni Whatsapp presenti in diversi telefonini sequestrati.
Le immagini circolate tra le chat di amici e conoscenti acquisite dai magistrati, raccontano in una breve sequenza la dinamica di un omicidio preterintenzionale avvenuto in diretta, mentre persone con espressioni gergali quali 'daje, daje' incitavano i due contendenti al gioco violento che si è tramutato in tragedia all'alba dello scorso 29 luglio, all'esterno della 'Vineria'.
Il tecnico del suono Emanuele Tiberii chiamato dagli amici 'Fanalino', per primo ha sferrato con il dorso della mano uno schiaffo a Salvadori, soprannominato 'Picchio', che gli ha dato un pugno a seguito del quale Tiberi è caduto violentemente a terra, sbattendo a testa fino a morire. Se Fanalino ha dato allo sfidante un colpo leggero sulla guancia, l'altro invece ha risposto con forza. 'Un pugno fortissimo in pieno volto', scrive il perito nella consulenza tecnica. Quel pugno lo ha ucciso.
Arresti domiciliari, ricorso al riesame di Perugia
Dopo la tragedia che si è consumata in pochi istanti, Salvatori è finito in carcere. A soli sei mesi dalla morte di Tiberi, i suoi difensori chiedono gli arresti domiciliari perché possa sottoporsi ad un programma di reinserimento sociale in una struttura specializzata.
La domanda, accolta dal pm, è stata invece respinta dal gip per la personalità aggressiva e violenta dimostrata dall'indagato, che in un ambiente comunitario potrebbe reiterare condotte violente.
Salvatori ha scritto una lettera ai familiari di Emanuele offrendo loro un risarcimento danni. I legali hanno fatto quindi ricorso al tribunale del riesame di Perugia. La tesi sostenuta dai difensori, appoggiandosi proprio ai risultati della perizia, è che essendosi trattato di un gioco, Salvatori non sarebbe un ragazzo aggressivo dagli impulsi irrefrenabili. Ora i giudici del tribunale del riesame dovranno valutare la vicenda. Il celebre borgo, già colpito dal sisma, si misura con quest'altra tragedia.