Tre giorni prima che Desirée Mariottini (16 anni al momento della morte) venisse uccisa, il Tribunale dei minori aveva deciso di non accogliere la richiesta dei servizi social e della famiglia circa il trasferimento coatto della ragazzina presso una comunità di recupero per tossicodipendenti.

Desirée era stata infatti invitata ad entrare in un centro di recupero, una decisione che deve essere volontaria, a meno che non sia un Tribunale ad avere l'ultima parola sulla questione. Le motiviazioni del rifiuto da parte del Giudice, sono da ricercarsi nel fatto che non ci sarebbe stata urgenza per attuare un ricovero della giovanissima all'interno di una struttura simile.

Desirée Mariottini: Chima Alinno al Tribunale del Riesame

Secondo le indagini della Procura, responsabili dello stupro e dell'omicidio di Desirèe Mariottini sarebbero quattro uomini di origine africana. Il primo di loro, Chima Alinno, di nazionalità nigeriana, è già comparso dinanzi al Tribunale del Riesame. L'avvocato Pino Tenga, difensore dell'Alinno, ha lamentato il fatto che sia stata stata richiesta la traduzione dell'ordinanza nei confronti del suo cliente (che non conosce la lingua italiana) ma invano.

Le intercettazioni alle amiche

Si sono svolte alcune intercettazioni ambientali in questura nei confronti delle ragazze che hanno incrociato Desirée Mariottini, prima che questi venisse stuprata ed uccisa.

Noemi, Giovanna, Muriel e Narcisa hanno parlato di quanto accaduto alla Mariottini. Ovviamente, le giovanissime erano inconsapevoli di essere ascoltate. I dialoghi sono abbastanza frammentati ed alcune voci si sovrappongono su altre. Un 'mix' di risatine e di pietà umana nei confronti dell'amica deceduta che però ha fatto emergere una verità a dir poco agghiacciante.

Le ragazze parlano dello stupro e dell'uccisione della Mariottini, biasimando (talvolta con toni un po' infantili ed un accento fortemente romano) i carnefici della 16enne. Quella più preoccupata sembra essere però Muriel, la quale afferma di aver pensato una volta che se Desirèe fosse morta: '... Annamo tutti in mezzo alla m***a'.

Narcisa invece dice di aver incontrato il padre e la madre di Desirèe durante il riconoscimento del cadavere.

Gli interrogatori e il possibile favoreggiamento

Nel corso degli interrogatori, Noemi, Narcisa, Giovanna e Muriel hanno affermato di aver cercato di 'salvare' Desirèe dal suo triste destino, ma pare che la loro credibilità sia abbastanza altalenante. Talvolta sono finite anche per accusarsi vicendevolmente. Al momento, le ragazze rimangono sotto osservazione del pm Stefano Pizza e del procuratore aggiunto Maria Monteleone.

Il motivo sarebbe da ricercarsi nel mancato soccorso, se non addirittura (come informa un recente articolo del Corriere) nel favoreggiamento. Da quello che si ricava dalle intercettazioni infatti, la stessa Noemi avrebbe detto a Desirèe (prima di morire) di sedersi e di non 'piagnucolare' altrimenti i 'ragazzi' non l'avrebbero fatta fumare. Solo se avesse adempiuto a soddisfare i 'porci comodi' dei suoi aguzzini, la 16enne avrebbe avuto la sua dose.