Dopo quattro anni di attesa, Tarantino torna nelle sale con il tanto chiacchierato The Hateful Eight. Il film è nelle corde del regista, ma non è il classico a cui ci ha abituati il maestro americano e c'è molto di nuovo e di diverso: il western proposto è oscuro e lento, con molti elementi presi dal thriller e dal noir, con delle soluzioni di trama e di regia che non si vedevano dal suo terzo lavoro Jackie Brown (1997).
L'ultimo lavoro deve essere visto perchè sicuramente sarà uno dei grandi film di questo anno, ma come tutti i film del regista va visto con lo stomaco e la mente pronta a ricevere del nuovo materiale tarantiniano: non solo il film è tra i più lunghi del regista (quasi tre ore), ma ha un andamento lento con i classici scossoni di violenza e di trama che sono il marchio di fabbrica di questo regista. La colonna sonora inoltre regge il gioco di Quentin, magistrale, composta dal grande Ennio Morricone. La fotografia e la regia sono inoltre piene di citazioni a grandi classici del Cinema, dallo spaghetti western di Leone e Castellari, al horror di Hitchcock.
Il cast è ovviamente pieno di vecchi amici (S.L. Jackson e Tim Roth su tutti) e nuove collaborazioni che si dimostrano all'altezza come Kurt Russell e la Leigh che portano gran parte del film sulle proprie spalle.
L'opera è ambientata in Wyoming (America) in un tempo di poco posteriore alla guerra civile americana. L'atmosfera che si respira è molto fedele a quella che probabilmente c'era a quell'epoca: banditi e cacciatori di taglie compongono la scena, ciò che giusto e sbagliato è estremamente labile. Ogni personaggio è molto ambiguo, difficile immedesimarsi con loro perchè ci vengono presentati come se fossero visti da fuori: il risultato è l'impossibilità di sapere effettivamente se uno o più dei personaggi sono positivi o negativi, in una salsa di noir e thriller con delle punte di comicità nera.
Dunque se siete indecisi sul vedere questo film, il mio consiglio (e non solo il mio) è di andare assolutamente, ma sapendo cosa si va a vedere. Un grande film, che entrerà negli annali del grande cinema, che non sta ricevendo il calore che si meriterebbe e a cui spetta attenzione.