È appena uscita in America la prima versione di The Hateful Eight, l’ultimo film di Quentin Tarantino. Parliamo di prima versione poiché, per l'8 gennaio, è invece attesa una seconda uscita, stavolta in digitale e con qualche minuto in meno di pellicola. La recensione di questa ottava fatica del regista statunitense è decisamente positiva: l’esperimento del regista e sceneggiatore è pienamente riuscito, ossia mescolare sapientemente atmosfere e situazioni western all’interno di una trama tipicamente da giallo.
Recensione The Hateful Eight: l’ultimo capolavoro di Tarantino
Siamo negli anni successivi alla guerra civile americana, su di una innevata e freddissima montagna del Wyoming il cacciatore di taglie John Ruth trasporta la ricercata Daisy Domergue. Durante il tragitto, incontreranno il maggiore Marquis Warren, ex soldato, divenuto anch’egli cacciatore di taglie. Poco dopo, faranno la conoscenza di un altro personaggio, il futuro sceriffo di Red Rock, Chris Mannix. A causa del mal tempo, i quattro saranno costretti ad una sosta alla “merceria di Mennie”, ma qui faranno la conoscenza di altri personaggi che potrebbero non essere chi dicono di essere. La trama è sostanzialmente semplice, ma la sceneggiatura di Tarantino si mostra impeccabile nel costruire eventi e situazioni che ruotano intorno a soggetti ancora una volta sapientemente caratterizzati.
Il tema del dubbio che assale tutti i protagonisti della pellicola, la rende una sorta di giallo da camera.Gran parte del film, infatti, è ambientato all’interno della locanda e, ad eccezione di poche scene d’azione, è fortemente caratterizzato da dialoghi molto lunghi e coinvolgenti. Le musiche sono del maestro Ennio Morricone, mentre gli effetti speciali del duo Nicotero-Berger.
La recensione di The Hateful Eight ci consegna uno dei film più belli di questa stagione cinematografica. Tarantino riesce a portare Agatha Christie nelle atmosfere da saloon tipiche del vecchio west. Ancora una volta, uno dei temi pregnanti dell’opera tarantiniana è quello del razzismo che ha caratterizzato lo sviluppo e la cultura americane.
Stavolta, però, a prevalere sull’odio razziale è la ragione: logica deduttiva messa in campo per dissipare tutti i dubbi che attanagliano i personaggi dell’opera, e che si fa poi vendetta nello splendido finale che naturalmente non vi spoileremo.
Per circa 3 ore, Quentin ci lascia incollati allo schermo, grazie ad un film avvincente e soprattutto coinvolgente che sembra davvero non avere difetti. In ogni suo lavoro cinematografico, Tarantino sembra riuscire a superarsi, infatti a fine pellicola anche gli spettatori sono assaliti dal dubbio: si tratta del miglior film del regista statunitense? Difficile dirlo visto il curriculum, ma sicuramente è uno dei più belli. Magistrali anche la prove degli attori, tutti bravi nel rappresentare personaggi odiosi ed al contempo estremamente carismatici. L’uscita in Italia è prevista per il 4 febbraio 2016. Clicca il tasto Segui per rimanere aggiornato sulle prossime news.