La visione di "Jack Reacher, punto di non ritorno" ultimo film della saga creata dallo scrittore Jack Reacher e che vede un sempre più gonfio Tom Cruise nei panni dell'ex soldato, ora vendicatore solitario in viaggio senza metà nella sterminata America del Nord, ci ha sollecitato la curiosità sul conoscere anche lo scrittore inglese, ma di stanza negli States, che l'ha creato.
Complice anche una bell'intervista su Repubblica di qualche giorno fa e sulle differenze tra i due eroi di carta e di celluloide.
Jack Reacher: un personaggio molto più complesso
Ebbene sulla carta Jack Reacher ci appare come un personaggio molto più complesso di quello che ha il viso e le azioni dell'attore che si impose con il film "Ufficiale e gentiluomo". La grinta di Cruise - rifatta come un divano da un rigattiere - ha il viso inespressivo da Museo delle cere, ogni tanto illuminato da un sorriso di plastica che lo rende ancora più irreale. Certo l'action che ne scaturisce ha un suo perché ed un suo pubblico e su una produzione che funziona nulla questio.
Ma passando alla creatura di carta - che poi è quella autentica - si resta affascinati dalla prosa di Child ed anche dalla complessità del personaggio Reacher non riducibile ad un marines anarchico d'assalto.
La suspence narrativa regge alla piacevole lettura
Leggendo "Jack Reacher, prova a fermarmi (Longanesi)" si apprezza la complessità del dettato narrativo che avvicina quest'opera al migliore thriller americano. La suspence narrativa regge alla piacevole lettura che a volte rallenta per cogliere i link della storia, ma è nell'umanità e cogenza della storia che si coglie il dato che lo scrittore vive il suo tempo e sa descriverlo anche nei suoi caratteri amplificati nella metafora. Un pensionato di Chicago assolda un detective Keever per capire dove sia finito suo figlio Michael che è depresso e non riesce a vivere.
Sparisce anche l'investigatore in una località Mother's Rest, sorta di crocevia del mercato del grano. Qui si incontrano Chang, la collega dello scomparso Keever e Reacher che si unisce all'indagine della prima. Poi un giornalista scientifico del LA Times completa il terzetto inseguendo Keever e 200 morti indicate su un pizzino. Cosa nasconde Mother's Rest ed i suoi inquietanti otto notabili? Si può programmare il proprio suicidio al 100% anche riducendo al minimo possibile la soglia del dolore e la coscienza della morte incipiente? Su questo indagano i tre in un Ok Corral finale con stratagemmi da film western.