Tutti noi passiamo la vita cercando di essere felici. O almeno così raccontiamo a noi stessi e alle persone che ci circondano. In realtà vi è un gran numero di esseri umani che della felicità ha paura. Succede soprattutto alle persone ansiose e generose.
La regolazione affettiva
Uno studio americano del 2010 Behavior Research and Therapy, ha cercato di spiegare questa paura che, il 98% delle volte agisce in maniera inconscia.
Lo studio rivela che spesso avere a che fare con la felicità è altrettanto difficile che vivere nelle avversità. Il problema, infatti, pare essere nella capacità di regolare la nostra vita affettiva.Le difficoltà nella regolazione affettiva dipendono anche dal primo rapporto tra il bambino ed i genitori, in particolare nella delicata fase dove il bimbo deve imparare a distinguere i suoi stati emotivi da quelli che sono reali bisogni fisiologici. Come se, per fare un esempio semplice ma efficace, dovessimo azionare il volume di uno stereo: sarebbe fastidioso e poco funzionale tenerlo basso in modo da non percepire musica e parole, così come sarebbe deleterio pomparlo al massimo.
In entrambi i casi la percezione sarebbe distorta.
Rimanere immobili per paura di perdere
La paura di essere felice e di godersi appieno la felicità è la conseguenza della paura di essere delusi o di non essere in grado di raggiungere l'obiettivo, rinunciando a priori, pur di non dover soffrire o rimanere amareggiati.
Spesso, quindi, senza neanche accorgercene rimaniamo emotivamente immobili, non prendiamo decisioni, non smuoviamo le acque. Forse abbiamo paura che le cose possano peggiorare anziché migliorare, quindi nel dubbio continuiamo, come automi, la nostra vita, in uno stato di semi apatia. In questo quotidiano che non è disperazione o tristezza, nessuno si accorge di niente. Poi magari, un giorno ci chiediamo, all'improvviso: perché non sono felice?
"Ho una casa, un marito, un figlio, un lavoro".... o magari "sono single, ma ho tutto quel che mi serve".... magari "non tutto è perfetto ma non ho neanche motivo di lamentarmi. Ma allora perché non sono felice"?
Cinque piccoli trucchi per superare questa fobia
Ecco cinque piccoli pensieri che possono aiutarci a superare questa fobia.
- Mettersi in testa che essere felici non significa non avere problemi. Ci sarà sempre qualche imprevisto, qualche dolore da superare: la vita è una moneta a due facce, quindi non possiamo concederci la felicità solo nella perfezione, perché la perfezione non esiste.
- Il mondo intorno a noi spesso è talmente negativo che "ammettere" di essere felici può sembrarci quasi offensivo verso chi soffre o, al contrario, temiamo che la gente possa essere invidiosa e rovinare il nostro stato di gioia.
In questo caso la vostra felicità deve essere anche la vostra forza, e rimanere salda e positiva. Siete voi con la vostra positività a dover contagiare gli altri.
- Condividete la felicità, perché è contagiosa. Fate un regalo inaspettato a qualcuno che magari sta passando un periodo triste. Fate un'opera buona, cose semplici e non per forza legate al denaro. Un esempio?Portate le coperte che non usate più al canile della vostra città.
- Siate gentili. Sempre. Essere gentili libera la felicità. Se chiedete un caffè al bar fatelo con il sorriso, potrete cambiare il verso della giornata di una persona con un piccolo gesto e nello stesso tempo è un modo per alimentare la vostra stessa felicità ed accettarla.
- La felicità non dev'essere un'ubriacatura. Perché l'estasi passa velocemente. Non va quindi vissuta come una tempesta emotiva da cui siamo passivamente sommersi. La felicità è una scelta. Una scelta sudata e difficile.
Ma se proprio siete allergici alla felicità, perché esiste una piccola percentuale che non la tollera proprio, allora siate comunque orgogliosi di voi e della vostra sincerità: amo essere infelice. Non entrate in conflitto con voi stessi. Prendetene atto e siate felici di non essere felici.
Perché niente fa più male al corpo e allo spirito delle menzogne che ci auto infliggiamo.