La nostra società è sempre più caratterizzata dal dilagare di tre importanti patologie della comunicazione: la timidezza, l’apatia e la rabbia. Esse sono profondamente legate tra loro e si alimentano reciprocamente dando luogo a un mondo invivibile, non solo dal punto di vista dell’ecologia ambientale, ma anche da quello dell’ecologia emozionale.
Le nostre emozioni sono condizionate da ciò che accade fuori e attorno a noi, e quindi del tutto affidate al caso. Qualcuno ci urla dietro? Ci arrabbiamo. Una situazione ci rende impotenti? Diventiamo apatici.
Qualcosa ci imbarazza? Diventiamo timidi.
Non siamo in grado di governare le emozioni
Non siamo in grado di governare le emozioni, e tiriamo avanti come una piccola barca nella tempesta, in balia delle onde. L’unica soluzione è, oltre ad attivare il pensiero, adottare comportamenti fisici efficaci in grado di ristabilire l’armonia che dovrebbe esistere fra le persone e il mondo circostante. Un mondo in cui il messaggio è "Se sei una persona perbene devi indignarti, arrabbiarti e combattere con aggressività quello che non funziona", è un mondo dalle basi sbagliate.
Occorre premiare le persone che lottano, ma è possibile cambiare il mondo anche senza rovinarlo con la rabbia. Un po’ per motivi di sopravvivenza, un po’ perché la caduta degli ideali degli ultimi 20 anni ha portato il mondo a cercarne di nuovi, oggi più che mai siamo interessati a ciò che ci trasmette fiducia, onestà e rispetto.
Se mi arrabbio, la mia vita, negli istanti seguenti, sarà inevitabilmente peggiore di quella che avrei avuto se non mi fossi arrabbiato. Fino a quando continueremo a considerare le emozioni negative come se fossero una parte giusta della vita, non potremo mai essere felici, per due motivi concatenati che sono alla base dei problemi esistenziali dell’uomo:
- un motivo quantitativo (i momenti negativi tolgono spazio a quelli positivi: tutti i momenti in cui sono triste sono momenti in cui non sono felice);
- un motivo qualitativo (finché vivrò emozioni negative, il mio stato d’animo sarà chimicamente contaminato da sostanze che m’impediranno la presenza di una chimica della gioia)
La chimica della gioia
La qualità delle emozioni si realizza chimicamente nel nostro corpo.
La dopamina si diffonde nel cervello quando una persona è felice. Si attiva la serotonina che è un processo fisiologico naturale, attivato dai recettori nervosi del tratto gastrointestinale e del sistema nervoso centrale. Inoltre la scienza suggerisce che ci sia un legame tra gioia e salute. Le persone felici sono maggiormente protette da malattie cardiache e ictus.
Pensateci bene.
Non possiamo arrabbiarci senza pagarne le conseguenze nella relazione con gli altri e con noi stessi. Si, mi piacerebbe che sostituissimo la rabbia con la gioia. Anche perché è una cosa possibile, che ho visto realizzare migliaia di volte: basterebbe solo che tutti imparassimo a trasmettere garbo e amore con la voce.