Il mondo del Vino è da sempre in evoluzione e, a dispetto di quello che si sente ogni tanto in merito alla saturazione del settore, è ancora in grado di stupire ed innovare. Un nuovo marchio non farebbe notizia, ma questa volta è la metodologia che merita una menzione speciale. La novità viene dal passato più remoto. Francesco Gabriele Bafaro è l'imprenditore che sta curando lo sviluppo e la crescita di Acroneo, vino che "nasce, cresce e matura" in anfora, la cui definizione è stata sintetica ed esaustiva.

Un vino che arriva dal passato

L'idea è semplice nella sua complessità: ricreare un vino antico senza modificare la ricetta del passato. "Sembrerebbe una cosa fattibile - ha detto in proposito Bafaro - se non fosse che oggi il mondo dell'enologia pare non essere più in grado di riconoscere una scelta così semplice e naturale". Le regole sono poche ma rigorose. Nessuna aggiunta, solo ingredienti fondamentali e naturali. Una cantina che ha ripudiato ogni additivo e addirittura ogni "aiutino" automatizzato, si lavora esclusivamente con olio di gomito e pazienza. Perché il vino è come un neonato, acquisisce dall'ambiente circostante il proprio carattere.

Legno, vetro, argilla, amore e... buona musica

Bando completo all'acciaio, alla plastica e ogni altra modernità invadente, solo legno, vetro, argilla, amore e... buona musica. Non è raro, infatti, ascoltare brani classici allietare la permanenza del vino nelle anfore, ma c'è un momento anche per la musica, è tutto calibrato. All'ingresso nel laboratorio dove nasce Acroneo si resta in osservazione di ciò che circonda, un ossequioso silenzio. Le anfore sono allineate come sentinelle vigili e, con la saggezza millenaria che posseggono, compiono il loro dovere affinando il vino.

Rinasce il vino degli antichi Enotri

La volontà è di riportare in vita il vino degli antichi Enotri, leggendario popolo di vinificatori che coltivava la vite già duemila anni prima di Cristo.

È di questi giorni la notizia dell'inaugurazione dell'azienda Acroneo, proprio nell'antica terra degli Enotri, la Calabria, e la possibilità di degustare finalmente il prodotto. L'azienda che produce il vino Acroneo, definita archeo-enologica, ha fatto il suo ingresso nel mercato con due nomi accattivanti e pregni di significato: Arkon (dal greco: il dominatore) un rosso intenso ed Elektron (dal greco: Ambra) un bianco ambrato sorprendente che è fuori da ogni schema di categorizzazione moderna.

"L'idea è solo l'uno per cento - dice Bafaro - quello che conta è la realizzazione, la cura, la passione e la dedizione con cui viene sviluppata e seguita. Solo grazie all'aiuto della mia famiglia e di chi ha creduto e crede in me è stato possibile arrivare a questo giorno.

Grazie a loro oggi Acroneo è un vino, non più un'idea."

Chi lo ha degustato lo ha definito "una sorpresa per il palato." Per chi volesse saperne di più vi rimandiamo al sito ufficiale, lì si possono vedere le anfore e i dettagli di questo prodotto dell'Italia che fa, da chi resta legato al territorio e alle tradizioni millenarie che il mondo ci invidia.