La terza seduta settimanale per la borsa di Milano è andata bene, con le notizie provenienti dal fronte ucraino che giovano alle quotazioni insieme alle aspettative per la riunione della Bce chiamata a decidere quest'oggi sulla quantità di liquidità da immettere nel sistema. Il picco di contrattazioni si è avuto intorno alle 10.30, quando il Ftse mib ha toccato un massimo relativo di giornata a 20847 punti, conservando un uptrend che lo portava a chiudere a 20.877 punti con un rialzo globale del + 1,9% circa.
I rumours su un possibile Quantitative Easing (QE) europeo si riversavano positivamente sulla borsa di Milano, ma diversi analisti si mostrano scettici su questa misura proprio in virtù del piano che la Banca Centrale Europea si appresterebbe ad avviare con l'introduzione dei Tltro.
L'attesa per la riunione del consiglio dei governatori della Bce.
Il piatto forte di oggi non dovrebbe riguardare il Quantitative Easing, almeno stando a sentire gli osservatori di Francoforte che si dichiarano convinti dell'esistenza di una questione morale (moral hazard) e di un'azione dell'istituto guidato da Mario Draghi incentrata sull'intervento nei mercati secondari.
I governi francese e italiano potrebbero rallentare sulle riforme strutturali per l'elevato rischio di ulteriore esposizione debitoria e se a questo aggiungiamo che l'istituto di Francoforte sta pensando ad intervenire in acquisto sugli Asset-backed Securities (Abs), si può capire quanto sia alto il rischio di deludere le aspettative degli investitori.
Le migliori Blue Chips di giornata
La brillante performances dei titoli del comparto bancario ha trascinato al rialzo l'intero listino milanese; in particolare sono cresciuti POPOLARE EMILIA ROMAGNA (+3,25%), MEDIOBANCA (+4,14%), UBI (+2,41%), INTESA SANPAOLO (ISP.MI) (+2,92%) e UNICREDIT (UCG.MI) (+2,87%). I brillanti risultati conseguiti sul fronte della raccolta hanno prodotto uno strappo al rialzo per BANCA GENERALI che con il suo +4,46% si aggiudica la palma come migliore Blue Chip. In evidenza anche TOD'S con il +3,75% e gli energetici ENEL (+3,5%) ed ENI (+1,26%) che beneficiano delle dichiarazioni di Matteo Renzi sulla frenata alla loro dismissione.