Tutto rimandato alla sentenza ed al suo deposito che ne sancirà l'ufficialità ma, da voci che trapelano, la decisione è presa. Anche se manca l'ufficialità, la Corte Costituzionale pare che dichiarerà inammissibile il ricorso contro la legittimità delle somme che Equitalia pretende nel momento in cui chiede la riscossione delle sue cartelle ai cittadini. Stiamo parlando degli aggi di riscossione, cioè di quei soldi (circa l'8% in più) che Equitalia trattiene per se dalle cartelle che spedisce ai cittadini, come guadagno del lavoro svolto.
La questione era nata per un ricorso di un cittadino Torinese che segnalava la presunta incostituzionalità degli aggi di riscossione.
Pagheranno i cittadini e non l'Ente che li assume
Sicuramente dal punto di vista morale sembra sbagliato il concetto che a pagare gli esattori sia il cittadino e non l'Ente che lo assume per svolgere il lavoro di riscossione. Dal punto di vista della Legge invece sembra sbagliato calcolare queste cifre in percentuale e quindi senza una cifra fissa. Il lavoro è sempre lo stesso sia per una cartelle di 100 euro che di 1.000 euro. La procedura non cambia, cambia solo il guadagno di Equitalia che per una cartella di 100 euro chiederà circa 8 euro di aggio, mentre ne vorrà 80 per quella da 1.000. Fatto sta che la Consulta, forse sentendo gli avvisi di Equitalia sul danno che avrebbe portato alle casse italiane (2,5 miliardi di danni) una sentenza sfavorevole, soprattutto dopo la questione del rimborso ai pensionati per il blocco della perequazione della Legge Fornero, pare abbia deciso di non sancire l'incostituzionalità degli aggi. Sembra che la Corte Costituzionale stavolta abbia voluto fare il gioco della politica piuttosto che dei cittadini. Si attende, con curiosità, in pochi giorni il deposito della sentenza con le motivazioni che come sembra saranno, almeno stavolta, a favore di Equitalia e del Governo. Un pò era nell'aria visto lo scambio di opinioni tra il Governo ed i vertici della Consulta. Dopo la sentenza contro la Legge Fornero, infatti, la Corte Costituzionale era stata accusata di aver agito senza pensare ai danni per le casse dello Stato. Speriamo solo che da quel giorno in poi, la Corte Costituzionale resti al di sopra delle parti, non vorremmo che per tutelare le casse dello Stato non si tutelino i diritti dei cittadini che sono parte integrante dello Stato.
Sindacalista ed operatore di Caf e patronato. Da 25 anni nel campo di pensioni, disoccupazioni, dichiarazioni dei redditi, tributi, tasse, lavoro e fisco.
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