Il 6 agosto ricorreva il primo anno in cui sono in vigore le cosiddette controsazioni russe. Queste sanzioni prevedono in parte il blocco delle importazioni di molti prodotti agroalimentari europei e quindi Italiani. L'agenzia Ria Novosti ha scritto un interessante articolo il cui titolo, tradotto, è il seguente: "Un anno senza mozzarella". Questo embargo verso il cibo europeo sta portando un grande danno all'economia EU ed ha portato ad un crollo dell'interscambio con la Russia.
Tuttavia, come sottolinea RIA Novosti (ma anche altri giornali) ad un anno di distanza è evidente che il mercato russo si sia ormai adattato e stia ora portando diversi benifici al mercato interno. In particolare diverse aziende russe hanno colto l'occasione di acquisire quote di mercato un tempo detenute da prodotti di importazione. Si è infatti creato un circolo virtuoso che ha portato all'apertura di nuove aziende agroalimentari e ad un aumento della qualità dei prodotti locali.
Il prolugamento delle sanzioni
La Russia ha sempre detto che le sanzioni seguiranno il principio di reciprocità, per questo motivo, quando a giugno la UE ha deciso l'estensione delle proprie sanzioni, sono state ulteriormente prolungate di un anno.
Le sanzioni ricordiamo che riguardano diversi prodotti che vanno da carne (e derivati), pesce e prodotti ittici, ortaggi, frutta, latte, latticini, formaggi, forniti da Stati Uniti, Unione Europea, Canada, Australia e Norvegia. C'è stato recentemente anche qualche cambiamento rispetto alla lista dei prodotti sanzionati, in particolare, recentemente sono stati inseriti anche i prodotti senza lattosio (un tempo esenti) creando ancora maggiori problemi. Inoltre, tramite una recente circolare, sono stati rafforzati i controlli ed introdotto la distruzione dei prodotti importati illegamente tramite triangolazione su Paesi terzi (Bielorussia e Kazakistan).
Come è cambiato il mercato in Russia
Nessuno si aspettava le sanzioni che hanno preso alla sprovvista tutti gli operatori.
Tuttavia distributori e catene di supermercati si sono subito attivati per trovare prodotti sostitutivi. I problemi principali si sono riscontrati nei primi due mesi con qualche problema di assortimento, dopodichè la situazione ha cominciato a stabilizzarsi. Come risultato, abbiamo per la carne un significativo aumento di prodotti dall'America Latina. Aumento dei prodotti Caseari dalla Bielorussia e dalla Svizzera. Frutta e Verdura, un tempo quasi solo europei, sono ora da Serbia, America Latina, Nord Africa, Turchia e Cina. L'offerta di pesce arriva da Isole Faroe, Tunisia e Marocco.
Accanto a questo, abbiamo naturalmente un significativo aumento di prodotti nazionali. Ad esempio catene com eX5 Retail Group e "Dixie" hanno il 90% dei prodotti realizzati in Russia.
Si registra per un forte aumento di prodotti russi nei settori caseario ed ortofrutta oltre che di pesce. A giugno, le reti di commercio, vedevano con fiducia ad una eventuale estensione delle controsanzioni.
Certo qualche problema rimane ed alcuni prodotti non sono sostituibili, oltre al fatto che i prodotti locali devono ancora svilupparsi per poter realmente garantire la stessa qualità (ma il prolungamento li aiuta). Accanto a questo il calo del rublo ha portato comunque ad un aumento dei prezzi dei prodotti soprattutto nel 2014.
Tuttavia, l'impatto dell'embargo sull'inflazione dei prezzi del cibo non poteva essere eterna, e per il 2015 stiamo registrando un calo. In particolare nei mesi di Giugno e Luglio di quest'anno, si è registrato un calo dei prezzi al consumatore rispettivamente del -0,3% e -0.4%.
La Russia sembra per questo motivo poter sorridere al futuro riguardo a questo tema. Non possiamo dire altrettando per l'Italia dove i danni derivanti dall'embargo sono notevoli e data la perdita di quote di mercato anche per il futuro sono state addirittura stimate a 1,2 miliardi di Euro da parte della Confedarazione Italiana Agricoltori.