A settembre l’inflazione (l’indice dei prezzi al consumo) diminuisce dello 0,4 per cento rispetto al mese precedente, ma aumenta dello 0,2 per cento su base annua. Lo comunica l’Istat, che rileva come l'abbassamento congiunturale dei prezzi sia dovuto soprattutto ad un calo del 3,4% nei trasporti e a un -1,4 per spettacoli e cultura.

Secondo l'istituto, non tutti i settori però fanno registrare segni negativi.

Un incremento si riscontra per i prodotti alimentari (+0,7%), comunicazione e istruzione (+0,6 %) e ristorazione (+0,5%). Restano, tuttavia, sostanzialmente invariati i prezzi per abbigliamento e calzature, mobili, articoli per la casa e spesa per la salute.

Mentre, su base annua, il dato tendenziale fa registrare un aumento più rilevante per bevande alcoliche e tabacchi (+2,9 per cento), istruzione (+1,9 per cento), prodotti alimentari e bevande analcoliche e ristorazione (+1,5%).

Risultano, invece, in flessione i prezzi dei trasporti (-3,3%), dell’abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,2%).

Beni e servizi

L’Istituto di statistica nell'analizzare, inoltre, le tipologie di prodotti, rileva che “a settembre i prezzi dei beni registrano una flessione su base annua (-0,5 per cento) più ampia di quella rilevata nel mese di agosto (-0,4%), mentre il tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei servizi sale allo 0,9 per cento dallo 0,7 di agosto”.

A livello geografico, poi, i prezzi registrano valori in sostanza stabili al centro (+0,4%), al nord-ovest (+0,2 %), nel nord-est (+0,1) e al sud (+0,2). Mentre solo nelle Isole i prezzi risultano negativi: -0,1 per cento.

Se si passa poi ai capoluoghi di regione, la città più cara risulta Milano, con un più 0,7% rispetto al 2014. A seguire Roma (+0,6) e Bolzano (+0,5).

I prezzi continuano a crescere anche nella città di Trento, che passa da un -0,1 ad +0,3%. Mentre a Catanzaro restano immutati. Calo dell’inflazione invece per Perugia (- 0,3%). Mentre Bologna, Bari, Potenza, Palermo e Cagliari sono tutti al -0,1 per cento.