Da più di un mese è stata introdotta la NASPI, nuovo sussidio di disoccupazione, nuovo ammortizzatore sociale che aiuterà coloro che hanno perso il posto di lavoro. La NASPI di fatto, ha preso il posto di ASPI e Mini ASPI, i sussidi in vigore fino ad aprile del 2015. A più di un mese dalla sua introduzione, e con molte domande già presentate, la disoccupazione non è stata ancora incassata dalla maggior parte degli aventi diritto, quindi da molti soggetti che avendo perso il lavoro hanno già presentato domanda.

Perché non stanno liquidando le pratiche già inviate

Il motivo di questi ritardi è che molte sedi Inps di molte città italiane, non hanno ancora a disposizione la procedura telematica che consentirebbe loro di scaricare le richieste e quindi di poterle liquidare. Sembra la ripetizione del caso Bonus Bebè, il sussidio per le neo mamme che venne approvato senza mettere da subito in moto la macchina operativa. A denunciare lo stallo delle procedure di liquidazione delle NASPI, è il sindacato CGIL di Lecco, ma molte altre sigle di patronati di altre città hanno riscontrato lo stesso sintomatico problema.

Perché non pagano la vecchia ASPI nel frattempo?

La nuova norma che ha creato la NASPI, di fatto a cancellato le vecchie domande. Infatti per tutti coloro che sono stati licenziati e che quindi hanno perso il lavoro dal 1° maggio di quest'anno è fatto obbligo di richiedere la disoccupazione nuova versione, cioè la NASPI. Per coloro che invece hanno perso il lavoro entro il 30 aprile, è possibile richiedere ancora il vecchio sussidio, la ASPI. Anche per coloro che hanno bloccato l'ASPI, per aver trovato un nuovo lavoro successivamente all'ammissione al beneficio, qualora lo perdano di nuovo, possono sbloccare la ASPI sospesa e riattivarla.

Scenari a breve termine

Oggi non è possibile stabilire quando verranno finalmente pagate le indennità.

L'INPS non da risposte in merito ma crediamo che a breve dovrebbe normalizzarsi tutto considerando il periodo transitorio tra ASPI e NASPI.

Cosa ne pensano gli addetti ai lavori

Sta di fatto che molte sigle sindacali già erano scettiche nei confronti di questa nuova riforma prodotta dal Governo attraverso il Jobs Act, e adesso ancora di più visto lo stallo della macchina operativa. In pratica la NASPI ha accorciato la lunghezza del periodo indennizzabile per molti disoccupati. Ne ridurrà l'importo fin dal 4° mese di riscossione e soprattutto per i lavoratori stagionali comporterà la perdita di circa la metà dei soldi che si percepivano con la ASPI. Infine, anche dal punto di vista pensionistico, i periodi in cui i disoccupati percepiranno la NASPI varranno per la pensione solo entro la soglia reddituale di 22.000 euro annui, vincolo che fino al 30 aprile non c'era. Probabilmente questo comporterà perdite future oggi non quantizzabili, per gli attuali disoccupati, nel momento in cui andranno in pensione.