Il prestito ipotecario vitalizio, finanziamento molto diffuso negli Stati Uniti e in Inghilterra, ha sostituito il mercato della nuda proprietà ed è largamente utilizzato per migliorare le condizioni di vita dei pensionati. In Italia si attende la registrazione del Regolamento attuativo dalla Corte dei Conti che ne permetterà la concreta applicazione. Questo tipo di finanziamento si presenta come uno strumento conveniente e utile per gli over60, fascia di popolazione ormai esclusa dalla quasi totalità di sovvenzioni erogabili dagli istituti bancari, che potrebbe diventare un sostitutivo del mutuo e della nuda proprietà. 

“Il grande supporto trasversale fornito dalle parti istituzionali (Parlamento, MiSe, Associazioni dei Consumatori, Abi) conferma che questa soluzione avrà un grande sviluppo già nel prossimo futuro.

La sfida ora è creare le condizioni adeguate perché ciò avvenga nel concreto – commenta Claudio Pacella, AD di 65Plus, società di servizi specializzata nei prestiti vitalizi – le banche devono dotarsi di supporti ed esperienze specialistiche adeguate, mentre verso gli over60 è necessario pianificare strumenti e eventi di informazione. Su tutto ciò stiamo già lavorando a contatto con banche, associazioni dei consumatori e istituzioni”.

Secondo i dati dell’Equity Release Market 2015 rielaborati da 65Plus S.r.l., è emerso che nel Regno Unito è stato raggiunto il record di sterline erogate (1,38 miliardi di sterline nel 2014) in prestiti vitalizi con un incremento del 29 per cento, sostituendo quasi totalmente la nuda proprietà, in Italia, quindi, si supererebbero 1,96 miliardi di euro e ciò comporterebbe un grosso impatto sul mercato.

Il prestito vitalizio si rivolge specificamente sia a tutti i pensionati che necessitano di un’immediata liquidità per aiutare i propri figli e la propria famiglia.

Un’alternativa al prestito ipotecario vitalizio

Robert Merton, premio Nobel per l’economia, in un articolo dell’Advisor Perspective, definisce il prestito ipotecario vitalizio come la chiave di accesso al risparmio dopo la pensione. Uno strumento utile, ma ancora molto poco sfruttato, per migliorare le condizioni di vita degli over60 negli Stati Uniti. Secondo Merton, per vivere una vita di qualità bisognerebbe risparmiare il 33 per cento dei nostri profitti per la pensione invece del 20 per cento. L' alternativa al prestito vitalizio è quella di ridurre il consumo o lavorare più a lungo.

Secondo i dati Istat rielaborati da 65Plus, in Italia la deflazione ha portato alla diminuzione del potere d’acquisto dei nuclei familiari dello 0,2 per cento. Per chi vive della pensione, che perde potere di acquisto, questo fenomeno è ancora più critico. Si cerca dunque di ridurre al minimo le spese per tutto ciò che non rientra nei beni strettamente necessari provocando inevitabilmente una riduzione dei livelli di benessere e qualità della vita. “I commenti di Merton ci aiutano a focalizzare quanto siano rilevanti le esigenze finanziarie della terza età e quanto ci sia ancora da fare per fornire delle soluzioni adeguate. Il tema più importante è infatti quello del decumulo finanziario, soprattutto in Italia, che si rende necessario nel momento in cui le aspettative di vita aumentano e le risorse finanziarie si assottigliano – conclude Claudio Pacella – il maggior tempo disponibile ha bisogno di risorse per essere una vera opportunità”.